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Roberto Porta, un batterista fusion 2.0

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Roberto Porta (Roseto degli Abruzzi, 5 maggio 1998) è un giovane batterista abruzzese che rapidamente si sta imponendo nel panorama nazionale. Insieme a Iacopo Volpini, nel 2019 è stato vincitore del contest IDM indetto da DS Drums e che vedeva una giuria composta da Phil Mer, Diego Corradin, Enrico Matta, Christian Koch e Gianluca Capitani.

Altro importante contest che l’ha visto protagonista è quello indetto dall’americano PAS (Percussive Art Society): insieme a Andrea Giovannoli sono gli unici batteristi europei tra i 10 finalisti. Purtroppo la pausa forzata ha impedito lo svolgersi delle finali.

In questo interessante scambio di vedute tra presente e futuro, ho approfittato di questa pausa proprio per capire al meglio il suo approccio allo strumento e come la batteria sta cambiando tra i più giovani

 

Curriculum artistico

Essere un batterista ai tempi del coronavirus

Ciao Roberto, durante la pausa forzata per il coronavirus sei stato particolarmente attivo nella produzione di video. Come hai affrontato questo terribile momento?

Purtroppo per te, il coronavirus ha rappresentato anche l’impossibilità di partecipare alle finali del PAS. L’evento sarà rimandato?

Te e Andrea Giovannoli siete stati i due italiani selezionati per questa importante finale. Come è nata la tua partecipazione alla manifestazione? Come hai affrontato le selezioni?

Tra i vari video, hai partecipato anche alla mia challenge creativa “COVID 19/8”. Come hai lavorato sulla tua esibizione?

Leggi anche l’intervista a Michele Santoleri
Michele_Santoleri_Gegè_Telesforo

Il gospel drumming

Uno dei video che ha più impazzato nella rete è stato sicuramente il tuo botta e risposta a distanza con Eric Moore. Come hai sviluppato il tuo fraseggio all’interno del video? Hai avuto dei feedback da parte di Eric Moore?



Cosa ti affascina del mondo gospel? Come ti sei avvicinato ed hai sviluppato questo linguaggio?

Quali sono i batteristi che maggiormente segui di questa corrente batteristica?

Denigrato da molti, lo stile gospel è sicuramente uno dei linguaggi che più hanno preso la scena negli ultimi anni e che maggiormente hanno riportato la comunità afro-americana al centro della scena batteristica. In una bellissima lezione di Alfredo Romeo, faceva un parallelo tra i drum shed della comunità gospel e i primi incontri tra ex-schiavi neri a New Orleans, presso Congo square, che determinarono a fine ‘800 la nascita dell’odierno linguaggio musicale. Cosa ne pensi di questo parallelo?

Proprio parlando di Eric Moore, mi viene in mente una riflessione. Quando fu preso come batterista di Ramazzotti in tantissimi storsero la bocca per la scelta di un batterista ipertecnico a favore di una musica tecnicamente minimalista, dove i batteristi precedenti erano più incentrati sul timing. Secondo te è un chiaro messaggio che il turnista del futuro nel mondo del pop non dev’essere solo un freddo ed impersonale robot quadrato sul metronomo, ma anche saper dar sfoggio di un linguaggio più “avventuroso”?

Leggi anche l’articolo dedicato al djembè
djembè

Essere un batterista oggi

Come ragioni sulla realizzazione dei video per i social? Da cosa parte un tuo video?

Come curi la tua comunicazione ? Il cellulare è secondo te un elemento fondamentale del professionista moderno?

In linea generale, come lavori sui suoni e nella scrittura delle tue parti di batteria ? Preferisci scriverle con qualche software oppure sperimenti in sala di registrazione?

C’è stato un momento in cui hai pensato “Ok, ora sono un professionista” oppure pensi che sia ancora lontano quel giorno ?

Se prima le collaborazioni avvenivano solo a livello locale, ora si ha la possibilità di registrare e collaborare anche a distanza. A te è mai capitato ? Allargandosi le possibilità, si allarga anche la concorrenza. Perché qualcuno dovrebbe scegliere te come batterista di un progetto ? Cosa pensi che ti possa rendere unico ?

A tuo dire la nuova leva di musicisti quali punti di forza ha e quali sono le principali mancanze ?

Io e te abbiamo quasi 10 anni di differenza. Quando ho iniziato io la musica (e di conseguenza la batteria) era molto presente nei vari canali mediatici. Ora la batteria è quasi del tutto sparita dalle tv, radio, teatri ed addirittura moltissimi artisti in vetta alle classifiche, girano unicamente con il dj, o come accaduto a De Gregori, scelgono di rinunciare alla figura del batterista. Adesso cosa spinge un ragazzo a voler suonare la batteria? Secondo te stiamo assistendo al tramonto della batteria o alla sua rinascita 2.0 ?

A proposito di elettronica, mi pare di vedere che tu la usi molto poco. Come mai?

Sempre facendo un parallelo tra la tua generazione e l’elettronica, mi viene in mente una riflessione che fece sempre Alfredo Romeo. La generazione dei “millenials” è stata probabilmente la prima che ha studiato e mosso i primi passi con l’elettronica, al punto tale che molti la portano anche dal vivo preferendola all’acustica. Secondo te l’elettronica avrà un impatto sempre maggiore?

Leggi anche l’intervista a Nicolò Di Caro
Nicolò_Di_Caro_Roberto_Porta

Partecipazione ai contest di batteria

Ovviamente il tuo nome è molto in vista proprio grazie al grande lustro dato da contest musicali, mi vengono in mente i brillanti risultati a Italia got talent e IDM (dove hai anche vinto). Mi viene in mente un’intervista di De Andrè dove un giornalista gli chiese perchè non partecipasse a SanRemo e lui rispose “Se io pensassi di essere attrezzato per fronteggiare delle ugole sicuramente migliori della mia, se fosse solo un fatto di corde vocali, la si potrebbe ancora considerare una competizione quasi sportiva, perché le corde vocali sono pur sempre dei muscoli. Nel mio caso dovrei andare ad esprimere i miei sentimenti o la tecnica con i quali io riesco ad esprimerli, e credo che questo non possa essere argomento di competizione”. Tu come ti divincoli da questa riflessione tra espressione artistica e competizione?

Che consiglio ti senti di dare ai ragazzi che vogliono esibirsi ad un contest? Quali sono secondo te gli aspetti sui quali bisogna lavorare?

Sei di Roseto degli Abruzzi. Negli ultimi anni sono piacevolmente sorpreso dall’altissimo numero di giovani musicisti che vengono dall’Abruzzo. Questa regione come ti ha cresciuto musicalmente ed artisticamente ? Quali pensi che siano le principali difficoltà ?

Leggi l’intervista a Elisa Montin

Rapporto con la batteria

Come hai iniziato a suonare la batteria ? Quali sono stati i tuoi idoli e punti di riferimento ?

Cosa rappresenta per te la batteria?

“La batteria è uno strumento noioso”. Convincimi del contrario

Frank Zappa diceva che “senza deviazioni dalla norma non c’è progresso”. Batteristicamente e nella vita quotidiana quali scelte hai fatto per deviare dalla norma ? Quanto conta per te progredire ?

Hai qualcosa che ritieni essere la tua firma sonora per cui qualcuno ti può facilmente riconoscere ? Cosa rappresenta per te il suono ?

Leggi anche l’intervista a Davide Savarese

Percorso didattico

Qual è stato il tuo percorso didattico e cosa t’ispira maggiormente ora ?

Hai studiato al conservatorio. Pensi che questo percorso sia indicato per chi voglia studiare batteria e che formi adeguatamente, o è semplicemente un valido “pezzo di carta”?

Da qualche anno studi con Maxx Furian al Nam. Cosa ti affascina della sua didattica e su quali punti permea il tuo percorso di formazione con lui?

Sei un maestro di batteria. Quali valori cerchi di dare ai tuoi allievi ? Quali metodi consigli e come i tuoi maestri ti hanno influenzato in questo tuo lavoro ?


Leggi anche l’intervista a Matteo Locati
Matteo_Locati_batterista_Pinguini_Tattici_Nucleari

Il lavoro del musicista oggi

Nel dopoguerra il jazz rappresentava l’avanguardia e molti locali proponevano questa musica avanguardistica ad un pubblico non ancora preparato, ma molto affamato di voler scoprire. A distanza di molti anni, la situazione sembra essere ribaltata dove assistiamo ad un pubblico molto preparato ma poco propenso alla scoperta del nuovo. Secondo te è così o vedi qualche barlume di speranza ? Il pubblico è ancora affamato di ricerca sonora o novità ?

Negozi di strumenti musicali, scuole di musica, industria discografica. Entità in forte crisi che non hanno saputo adeguarsi ai cambiamenti del tempo e di una società in continua evoluzione. Per un artista, quanto è importante e vitale guardare quello che succede attorno a noi e sapersi reinventare ?

Cosa rappresenta per te l’arte e come la ricerchi ? Questa ricerca influenza il tuo modo di suonare o d’intendere la vita ?

Ci sono mai stati momenti in cui volevi lasciar perdere ?

Ora molta informazione passa attraverso i social e Youtube, mentre una volta si andavano a scoprire i musicisti guardandoli da vivo. Com’è il tuo approccio verso questa nuova tendenza ?

Ti vorrei chiedere qualcosa riguardante la parte più lavorativa di questo lavoro. Come elabori il tuo cachet rispetto al lavoro proposto ? C’è sempre trasparenza in questo mondo oppure talvolta ti sei sentito sfruttato ?

Ai giorni odierni si può vivere di sola musica ? Che consigli daresti a qualcuno che oggi vuole fare della musica la propria professione ?

Sei te in prima persona che ricerchi nuove collaborazioni oppure aspetti che le occasioni si presentino da sole ?

Se ti sei incuriosito scopri di più guardando il suo sito

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