Prima di Gene Krupa, il batterista era assimilabile ad un brutto soprammobile. Tenuto sullo sfondo e coperto dal resto dell’orchestra. Gene Krupa con il suo talento nel sapersi prendere la scena, fu il primo a far puntare i riflettori sul batterista. Un protagonismo che da subito, non piacque molto ad il leader dell’orchestra : Benny Goodman. Ma si sa il rapporto tra batterista e leader è sempre stato difficoltoso.
Nella storia del rock si potrebbe fare quasi un parallelo. Agli albori dei primi gruppi che sperimentavano suoni più grezzi, la batteria era sì un bellissimo strumento, ma privo di carisma. Poi arrivò lui
Keith Moon nasce a Londra e nei suoi primi ascolti vi è proprio Gene Krupa. Seppur cresciuto a Wembley in un ambiente sereno, lo spirito del piccolo Moon si rivela da subito irrequieto.
Batteristicamente parlando, non ci troviamo di fronte ad un virtuoso dello strumento. Anzi, tutt’altro. Autodidatta e piuttosto restio a voler studiare seriamente lo strumento, con un rapporto con il timing piuttosto difficoltoso e che spesso metteva in difficoltà i componenti del gruppo. Ed allora perchè ci troviamo di fronte ad una figura importante della batteria ?
Imprigionare Keith Moon in uno schema con cui si giudicano gli altri musicisti, è una cosa errata. Keith Moon era un istrione, un’istintivo. Dalla sua foga e dalla sua figura sono cresciuti batteristi quali Neil Peart e Dave Grohl, e moltissimi tra i primi batteristi metal lo nominano come figura chiave del proprio percorso. In quegli anni, era nota anche la sincera stima ed amicizia che lo legava a Ringo Starr, Charlie Watts, Frank Zappa ad un’altra leggenda della batteria comeJohn Bonham.
A tal proposito è curioso che Keith Moon fosse stato il primo batterista a cui pensò Jimmy Page per il suo gruppo, ma troppo impegnato con gli Who, dovette declinare l’invito. Tuttavia prima di declinare l’invito, suggerì a Jimmy Page il nome di quel gruppo in cui non potè suonare : Led Zeppelin.
La carriera di Keith Moon è legata principalmente (e quasi esclusivamente) a quanto fatto con gli Who. Nel gruppo vi entrò diciassettenne, quando ancora il gruppo si chiamava “High Numbers“. Keith era un grande fan della band e pensava che lui sarebbe stato il loro batterista perfetto. La prima volta che provò con loro si fece prendere dalla foga e distrusse il rullante. I componenti del gruppo, colpiti più dalla rabbia dimostrata che non dallo stile musicale, decisero di rimpiazzare il batterista precedente e mettere in formazione quel ragazzino.
Nel corso degli anni, la distruzione degli strumenti (e delle camere d’albergo) divenne un marchio di fabbrica del gruppo, che venne più volte copiato da altri musicisti.
Era molto amico di numerosi nomi illustri della musica. Ne è una dimostrazione il suo album da solista pubblicato nel 1975 “Two sides of the Moon“. Nell’album Keith Moon ricopre quasi esclusivamente il ruolo di cantante (suona solo su 3 brani) , mentre le parti di batteria vengono affidate a star del calibro di Ringo Starr, Jim Keltner, Curly Smith e Kenney Jones (che successivamente raccoglierà la sua eredità negli Who). Tra gli altri, in veste di guest star nel disco compaiono David Bowie, Ronnie Wood, Spencer Davis e David Foster.
La vita di eccessi, fatte di tantissime donne, alcool, droghe e persino un omicidio, provò molto la psiche ed il fisico di Keith Moon.
Già nel 1973, durante il tour di Quadrophenia, Keith Moon sviene sul palco dopo aver ingerito grandi dosi di tranquillanti per cavalli, mischiate con il brandy. Il gruppo decide di prendersi una pausa tra il 1975 ed il 1978. In questo periodo Keith Moon ingrassò molto e alzò il proprio uso di droghe ed alcool. L’amico Ringo Starr preoccupato lo rimprovera cercando di scuoterlo. Un Keith Moon inerme gli risponde con un laconico “Sì, lo so“.
Nel 1978, a soli 31 anni morì nel sonno. Con gli Who registrò 8 fortunatissimi album che ancora oggi consacrano il gruppo londinese nell’Olimpo del Rock. Sulla copertina del loro ultimo album registato nella formazione originale, Keith Moon è seduto sopra una scritta che arreca “NOT TO BE TAKEN AWAY “, da non portare via. 3 settimane dopo quella foto, Keith Moon venne portato via dalla morte
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