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“Non pretendiamo che le cose cambino se continuiamo a farle nello stesso modo. La crisi può essere una vera benedizione per ogni persona e per ogni nazione, perché è proprio la crisi a portare progresso.
La creatività nasce dall’angoscia, come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che nasce l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere superato. Chi attribuisce le proprie sconfitte e i propri errori alla crisi, violenta il proprio talento e mostra maggior interesse per i problemi piuttosto che per le soluzioni. La vera crisi è l’incompetenza. Il più grande difetto delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel trovare soluzioni.
Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è routine, una lenta agonia. Senza crisi non ci sono meriti. È nella crisi che il meglio di ognuno di noi affiora; senza crisi qualsiasi vento diventa una brezza leggera. Parlare di crisi significa promuoverla; non parlarne significa esaltare il conformismo. Cerchiamo di lavorare sodo, invece. Smettiamola, una volta per tutte, l’unica crisi minacciosa è la tragedia di non voler lottare per superarla.” – Albert Einstein
La musica ai tempi del Coronavirus
La vita del musicista non è mai stata facile ma, se possibile, con l’emergenza dovuta a questo virus la situazione è peggiorata. In Italia in questo inizio 2020, tra concerti annullati e scuola di musica chiuse, la possibilità di vivere di musica è seriamente messa a repentaglio.
Eppure in molti non si sono scoraggiati : musicisti costretti allo stop forzato si sono rimboccati le maniche per proporsi come docenti online, mentre musicisti che già lavoravano come formatori nelle scuole hanno reinventare la propria didattica per adattarla al digitale. In entrambi i casi, Skype è il mezzo che va per la maggiore, anche se non il solo e probabilmente neanche il migliore. Non mancano comunque musicisti che non apprezzano la didattica online e resistono in attesa di un ritorno alla normalità.
In questo scenario mi sono chiesto : le lezioni di batteria online sono in realtà il vero futuro della didattica ? Ho girato questa domanda ad alcuni tra i più stimati batteristi e formatori italiani, per riflettere insieme su questo tema così delicato.
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Riflessioni personali
Personalmente, ritengo che per apprendere a 360° da un musicista e da uno stile musicale, sia necessario viverlo : vivere la città dove l’artista è cresciuto o dove uno stile si è evoluto, vivere quello che lui vive, leggere quello che lui legge, capirne la personalità, far parte di quelle esperienze di vita reale che sono fondamentali per forgiare la propria consapevolezza di eterno studente.
Ciononostante, è indubbio che la rete offra la grande possibilità di apprendere tecniche ed interfacciarsi con artisti lontani geograficamente da noi, con i quali sarebbe stato altrimenti impossibile entrare in contatto o confrontarsi. Se è vero dunque che spesso e volentieri con il digitale si arriva a un livello più superficiale di conoscenza di un artista o di uno stile, è altrettanto vero che nei tempi frenetici ed impersonali di oggi può comunque giovare e fare da anticamera, perché no, a una ricerca e una conoscenza da trasporre nella vita reale e approfondire. Insomma l’online va bene, ma non dev’essere l’unica risorsa. Anzi, l’apprendimento online dovrebbe essere solo una piccola percentuale, tutto il resto dovrebbe essere vivere la musica, vivere l’arte.
In conclusione, inoltre, un aspetto che non condivido e sul quale vorrei spendere due parole è la falsa promessa che troppo spesso traspare dalla vendita delle lezioni online : “tutti possono diventare musicisti se seguono questo corso”. La facilità con cui si può accedere alla didattica, unita a questa farsa promessa, fa sì che studino per diventare batteristi anche persone che non hanno un’adeguata sensibilità artistica. E se uno non è predisposto a una certa sensibilità artistica, a mio avviso non dovrebbe mai fare musica a nessun livello.
Prima di andare a leggere cosa pensano di questo tema i musicisti intervistati, un piccolo accenno storico all’evoluzione della didattica batteristica. Chiediamoci infatti: come siamo arrivati alle lezioni online ?
Anni ’80/’90 : c’erano una volta i dvd e le cassette didattiche
Probabilmente quanto accade oggi non è che il riproporsi di quanto accaduto negli anni ’80 con le prime videocassette didattiche. All’epoca, furono in molti a rivoltarsi contro questo sistema. Era difatti la prima volta che la didattica veniva impartita utilizzando un mezzo di comunicazione di massa.
Tra il 1976 ed il 1977, videro la luce le prime videocassette. L’utilizzo di questo nuovo supporto per la didattica musicale non tardò ad arrivare.
Nel 1982 nacque la DCI video (Drums Collective Incorporated), la quale negli anni sarebbe divenuta la Hudson Music. Si trattò di una delle prime compagnie a dedicarsi alla didattica video per batteristi. Sul loro sito, così i fondatori ricordano quei primi giorni :
Abbiamo iniziato come DCI con alcune telecamere noleggiate, un annuncio sul retro del magazine Modern Drummer e una casella postale per ricevere gli ordini. Inizialmente eravamo sicuri che nessuno ci avrebbe mandato un ordine. Eppure in molti l’hanno fatto – e diversi di loro, con nostra grande sorpresa!
Fin dall’inizio volevamo creare testimonianze del processo creativo dietro l’esecuzione di musicisti che avrebbero avuto un impatto duraturo sulla musica. In questo modo abbiamo sentito che potevamo aiutare a fornire ai musicisti, sia aspiranti che professionali, ispirazione e informazioni.
I due fondatori sono Rob Wallis e Paul Siegel. Nel 1979 Paul Siegel era un batterista 25enne che frequentava il Drummer’s Collective di New York. All’epoca la scuola si trovava in pessime condizioni finanziarie e l’allora direttore (Kravitz) voleva vendere la struttura dopo appena 2 anni dall’apertura.
L’appello della vendita fu accolto da un trentenne batterista squattrinato Rob Wallis, il quale prese troppo seriamente una battuta fatta dalla moglie. Deciso ad incrementare il business della scuola, durante una pausa caffè, inizia a parlarne con Paul Siegel che di tanto in tanto lo aiuta in ufficio. L’idea che venne fu quella di riprendere le clinic che si svolgevano nella scuola.
A rincuorarli vi fu ad inizio anni ’80 l’exploit della vendita delle cassette di Ed Shaughnessy, il quale vendeva a 79 dollari le riprese delle sue clinic. La pubblicità avveniva su un piccolo spazio su Modern Drummer. Wallis e Seigel provarono a ripercorrerne le orme sfruttando la stessa strategia. Era il loro ultimo tentativo per risollevare le sorti della scuola. Erano molto negativi sul reale successo di quelle vendite.
Le prime videocassette furono riprese degli eventi e delle masterclass che si svolgevano presso il Drummer’s Collective di New York. Ad oggi, questa azienda vanta diverse centinaia di video didattici di artisti tra i quali possiamo citare Neil Peart, Steve Gadd, Jo jo Mayer, Todd Suchermann, Mike Portnoy, Thomas Lang, Benny Greb e moltissimi altri.
In Italia la didattica su videocassetta arrivò solo negli anni ’90. Tra i primi ad essere attivi su questo fronte possiamo ricordare Maurizio Boco (autore di “Rivolgersi alle casse” , 1994 e “Ciak si suona” , 1999), Roberto Gatto (“Batteria!”, 1993) e Walter Martino (“La batteria moderna”, 1993).
Anni 2000, arriva internet : le lezioni si fanno online
Con l’arrivo di Internet, il mercato della didattica su carta e video ebbe nuovo slancio ed impulso. Nel
1998 nacque in Svizzera il sito
Drummerworld.com : il portale ancora oggi risulta come
il più visto e popolare tra i batteristi. Per un lungo periodo in questo sito compariva una
sezione “Lessons”. In questa sezione venivano per lo più ospitava frammenti e teaser dei dvd didattici più in voga.
Ben presto le possibilità della rete vennero recepite da artisti e produttori che la utilizzarono per autoprodursi i propri contenuti. Tra i primi ad approfittare delle possibilità date dalla rete vi fu Don Lombardi (fondatore e capo della Dw) che nel 2008 fondò il Drum Channel.
Il sito proponeva didattica online con grandissimi artisti (perlopiù appartenenti al roster di endorser Dw) alternata ad autentici show di intrattenimento. Lo slogan non lasciava spazio alle interpretazioni : Learn from the best in the world.
Tra i vari ospiti del canale troviamo anche 2 italiani : Marco Iannetta (il quale avrà anche l’onore di duettare con Terry Bozzio) e Elisa “Helly” Montin.
Ovviamente molti artisti iniziarono ad usare la rete anche per costituire delle vere e proprie scuole online in cui far convergere studenti da tutto il mondo. Grandissimi batteristi quali Dave Weckl e Thomas Lang hanno da tempo attivato un programma di lezioni online a cui rispondono batteristi dai luoghi più diversi.
Ad oggi, tra i siti più frequentati per la didattica online troviamo il Drumeo (nato nel 2012) e Mikelessons.
Cosa ne pensano i batteristi italiani ?
I musicisti intervistati hanno tutti età e quindi esperienze differenti e provengono da varie parti d’Italia; alcuni hanno esperienze di didattica online di lunga data, altri hanno sperimentato ma non ne sono attratti. Per tutti, la domanda è : le lezioni di batteria online sono il futuro della didattica ?
(in ordine alfabetico)
Enzo Augello
-A. Ruggiero, Fiordaliso, Amii Stewart, enzoaugello.com, Enzo augello drummer coach youtube-
(insegna in diverse scuole dislocate tra Catania, Siracusa, Floridia, Ragusa, Santacroce, Vittoria , Lentini)
Personalmente
mi occupo di didattica online dal 2012. Devo prima fare una premessa : in Italia ancora pervade una mentalità ostile verso le nuove opportunità che il web ci da!
Tuttavia nel 2012 ho creato un portale sulla didattica online che contiene diversi videocorsi e tengo regolarmente lezioni su Skype.
personalmente ritengo che sia uno strumento molto valido per consentire a persone che vivono distanti da me di poter seguire delle lezioni e quindi usufruire della mia didattica.
Oggi più che mai, visto il problema che stiamo vivendo, molti batteristi si stanno organizzando per poter dare lezioni via skype….ritengo quindi che sia una modalità utile per raggiungere persone che non avrebbero la possibilità di andare presso la sede della scuola scelta. Logicamente la lezione one to one rimane sempre la cosa migliore qualora ve ne siano le condizioni legate alla logistica e agli spostamenti per raggiungere la scuola o il professionista desiderato.
Sergio Bellotti
-Joe Louis Walker, Mike Stern, The Platters-
(docente di batteria alla Berklee)
Le lezioni online rappresentano un’ottima alternativa alle lezioni tradizionali per coloro che non possono recarsi di persona da un insegnante o per studiare a distanza con altri insegnanti . È davvero una gran bella cosa poter disporre di una tecnologia che permette agli allievi più scelte e agli insegnanti maggiori opportunità di incrementare il numero di allievi. Per non parlare dei benefici degli scambi culturali e didattici tra allievi e insegnanti con bagagli culturale diversi
Walter Calloni
-Pfm, Battisti, De Andrè, Battiato, Finardi, Fossati-
(insegna presso il Funky town music academy, Mfa di Cesano Moderno e Dimensione Musica)
Ciao VALERIO ,
le lezioni On Line sono un ottimo servizio. Devo aggiungere che io con il cpm iniziammo questa esperienza nel 2001. Oramai sono quindici anni che faccio lezioni On Line sopratutto con ragazzi da altri paesi. Pochissimi italiani
Bisogna dire che queste lezioni non sostituiscono quanto si fa in classe con l’insegnante. Può comunque essere una grande alternativa per gli allievi che non possono frequentare per la distanza, ma anche per altri problemi , vedi disabili ecc . Non deve sostituire le lezioni vis a vis , ma può essere un mezzo in più per chi ama studiare.
Studiare è un fatto mentale , non sempre abbiamo bisogno dello strumento perché ci sono un sacco di materie che possiamo affrontare anche senza bacchette. In altri paesi le lezioni On Line sono la normalità. Conosco allievi che frequentano college a Boston e per alcuni argomenti specifici fanno lezioni On Line con insegnanti di altri paesi.
Da noi non c’è ancora questa cultura. Molti pensano che siano negative perchè non c’è contatto fisico , ma questo non vuol dire che non ci possa essere un rapporto e un empatia con gli allievi. Naturalmente stiamo parlando di lezioni in diretta e non On demand. Io con molti ragazzi mi sono divertito e passato ore stupende , e viceversa. Ora che c’è un’emergenza trovo che sia un ottimo mezzo per continuare il percorso con gli allievi. Grazie e buona giornata
Le lezioni via Skype si sono rivelate u
n ottimo salvagente in un momento critico come quello che stiamo vivendo in questi giorni.
A mio parere sono SENZA DUBBIO utili, ma allo stesso tempo,
credo che una lezione dal vivo abbia tutto un altro “sapore”, passami il termine.
Vedere DAL VIVO E DA VICINO un musicista è tutta un’altra cosa, sentire quell’aria che fuoriesce dallo strumento quando suona, il poter osservare da vicino l’esecuzione di un esercizio, il contatto visivo che si ha nel corso della lezione sono cose per me, insostituibili.
Ovviamente se si vuole studiare con un musicista che si trova a centinaia di km di distanza il discorso cambia 😉.
Sicuramente questa quarantena forzata ci porterà ad un upgrade della qualità per quanto riguarda le lezioni online e sono ansioso di vedere questa evoluzione, perché magari porterà dei benifici a tutti noi.
Le lezioni Skype non sono certo una novità, ma
sicuramente hanno in parte migliorato le giornate ad alcuni di noi. A mali estremi…
Voglio dire:”abbiamo le capacità? Sì – abbiamo la tecnologia? Sì – possiamo in qualche modo migliorarci? Sì” e allora non ci vedo nulla di male.Preferisco sempre la lezione accompagnata da chiacchiere LIVE ma la storia ci ha insegnato che DOBBIAMO saperci adattare : per il futuro prevedo un aumento nell’uso della tecnologia.
Spero non si arrivi ad una situazione 100% sterile di contatti personali anche perché la Musica vive di questo: RAPPORTI VERI TRA GENTE VERA! Però dove c’è voglia di migliorare c’è positività e questo è un bene per me!
Yuri Croscenko
-S. Panunzi, R. Gioggi, S. Massimi, Edo Sparks, Garden Of Delights,Orchestra del Cantiere-
(insegna presso I Love Music e Accademia della musica)
Penso che le lezioni online siano
una risorsa fondamentale per poter promuovere la propria didattica a livello nazionale, se non globale.
Da 10 anni oramai alcuni dei più grandi batteristi del mondo promuovono attraverso il proprio sito videolezioni, corsi specifici su un determinato argomento o lezioni Skype. Ho usufruito per lo più di videolezioni, e se si ha la possibilità di registrare con una eccellente qualità audio/video si possono ottenere grandi risultati, sia per chi li promuove, sia per chi usufruisce del prodotto finale. Ovviamente, a mio parere, la lezione individuale “fisica” rimane la soluzione migliore, ma se c’è la possibilità di sfruttare internet per poter studiare con batteristi che vivono in altri paesi o continenti ben venga.
Diciamo la verità :
si riparla di lezioni online solo ora a causa del periodo storico dato dall’emergenza sanitaria.
In realtà è una formula che esiste già da parecchi anni e anche se effettuata da nomi di tutto rispetto, non mi pare abbia mai avuto un riscontro maggioritario. Questo insuccesso può essere causato dalla natura del nostro strumento oppure per il rapporto umano o altri svariati motivi. Discorso a parte invece riguarda la produzione di video corsi, pacchetti di un tot. di ore di lezioni su argomenti specifici che puoi vedere quando e dove vuoi.
In conclusione se vogliamo parlare di futuro al netto delle preoccupazioni del momento storico attuale, credo che la strada delle piattaforme e del podcasting è e sarà quella più utile e percorribile, un saluto a tutti gli amici del Tamburo Parlante.
Le lezioni online sono diventate un qualcosa di estremamente borghese o per privilegiati, mentre approvvigionarsi del sapere e divulgare dovrebbe essere un qualcosa molto più semplice. Anzi ti dirò di più, dopo che chi può spende diverse migliaia di € per allestirsi uno studio atto a divulgare online, ci si ritrova con tanti che insegnano e non sanno cosa insegnare. Tutta questa molteplicità di domanda crea solo una gran confusione dove tutti non dicono niente … e di certo la musica non ne giova.
Per studiare ed imparare basterebbe anche molto meno. Andare a vedere musicisti suonare sarebbe già di per sé una bella lezione.
Personalmente sono cresciuto andando ad ascoltare Alberto D’Anna con la Tankio band, ma anche altri grandissimi musicisti quali Gianni Di Rienzo, Massimo D’Agostino, Massimo Carrano, o altre persone che ho avuto il piacere di frequentare da vicino come Claudio Mastracci, Maurizio Dei Lazzaretti, Roberto Gatto, Davide Pettirossi e moltissimi altri ancora. Sentivo il loro suono, il loro modo di suonare. Mi rimaneva sempre impresso qualcosa di loro da riprodurre e riproporre. Non serviva aprire libri, né seguire un metodo. Bastava ascoltarli.
A volerla dire tutta in questi giorni confusi di allarme massimo, con le scuole che per causa di forza maggiore sono rimaste chiuse, sto sperimentando la didattica online ma ad essere onesti quasi mi disgusta, non è davvero un qualcosa che apprezzo.
Ho pensato di fare videolezioni a richiesta. Nel senso che la gente mi scrive chiedendo esercizi e spiegazioni di tecniche per migliorare diversi aspetti come la velocità, la resistenza, i blast beat, la doppia cassa, la routine di studio ecc…addirittura pensavo di fare un videoi in cui soino a casa e lo spiego. Sinceramente penso che la gente possa apprezzare di avere una videolezione personalizzata da rivedere 1000 volte, mentre su skype una volta finita la lezione non ti resta nulla
Ciao Valerio e grazie al solito per l’opportunità nel poter esprimere qualche parere.
La mia risposta è molto semplice e categorica, ovvero ‘assolutamente no‘. Così come un esibizione dal vivo non può essere rimpiazzata da YouTube, una lezione non può essere svolta al pieno delle sue possibilità senza l’elemento della carne, delle ossa e delle menti e degli animi che si confrontano.
Questo preciso momento storico richiede in modo indispensabile un aiuto da parte dei mezzi tecnologici che abbiamo a disposizione, e che aiutano indubbiamente – anche in circostanze non pandemiche ovviamente – l’effettivo svolgimento di una lezione fra individui molto distanti fra loro.
Il punto sta proprio nel non mettere questa tecnologia dinnanzi alle necessità primarie, come quelle della condivisione di conoscenza con un forte risvolto pratico e non solo teorico, ma farne un uso intelligente.
Andrea Gianangeli
-D. Reece, Ehfar, Ozaena, Hangarvain-
(insegna presso Bateras Beat Roma)
In un momento come questo s
ono una grande risorsa per permettere alle persone di studiare e permettere agli insegnanti di svolgere il loro lavoro. Se ben fatte e realizzate, penso che possano essere una grandissima risorsa.
Devo dire però che non penso che possano diventare il futuro della didattica. Specialmente parlando di uno strumento così fisico come la batteria, il contatto umano e la possibilità di poter sentire con le proprie orecchie, senza alcun intermediario tecnologico, rimangono un’esperienza difficilmente replicabile e piacevole da vivere appieno. Questo discorso si amplifica ancora di più nel caso dei principianti.
Ciao, se le lezioni online saranno il futuro non lo posso dire, ma di sicuro da anni sono un ottimo strumento per connettersi e per prendere lezioni da chi è lontano da noi, con risultati molto spesso simili a lezioni convenzionali, o per, come in questo periodo, non perdere la continuità con i propri studi. Quindi ben vengano le lezioni online, puntando sempre ad incontrarsi di persona quando possibile.
Ciao Valerio,
secondo me no…ed
i motivi sono ancora legati a fattori diversi. Primo tra tutti
una caduta verticale della didattica a pagamento.
Troppi contenuti gratuiti su internet educano le nuovissime generazioni al “tutto free” sui vari canali.
E quei pochi che vogliono spendere, preferiscono farlo dal vivo anche spendendo di più, viaggiando. Ma stiamo parlando di pochissimi e determinati studenti. Questa è la mia esperienza.
Perché no?
Sarebbe veramente un salto verso il futuro avere la possibilità di insegnare batteria via skype o altri programmi simili, sarebbe molto interessante!
Microfonare la batteria e far arrivare tutto al proprio allievo quasi come fosse un video interattivo. É una cosa molto importante perché al giorno d’oggi dobbiamo essere pronti a tutto! Penso a chi magari non può uscire di casa per problemi gravi di salute ma vorrebbe avere l’opportunità di imparare uno strumento o di conoscere più approfonditamente la musica!
Dobbiamo aggiornarci, siamo arrivati impreparati a questo momento e abbiamo tecnologia di ogni tipo.. aggiorniamoci costantemente noi per primi!
Io insegno nel mio studio a Milano e in una scuola a Jesolo, sono incontri individuali in cui spesso ci si registra: ho un fonico a disposizione, un set sempre microfonato, la possibilità di registrare e riascoltarsi. Questo metodo di lavoro
porta a capire un sacco di risvolti pratici delle tecniche che studiamo. Privarmi di questo mezzo significherebbe rinunciare a molto dal punto di vista didattico.
Personalmente preferisco interrompere le lezioni in questo momento di cause di forza maggiore, anziché cercare soluzioni di fortuna per rattoppare l’emergenza. È una questione di coerenza con il mio metodo didattico (i miei allievi sono per lo più persone adulte che già suonano) e di garanzia del servizio offerto.
Qualche lezione su Skype l’ho fatta con qualche allievo lontano, ma personalmente non mi sono trovato bene; certo è che se la situazione non dovesse migliorare in tempi ragionevoli mi vedrò magari costretto a cambiare idea. Ho un video corso online su pronunce e Microtime che è sempre disponibile ed acquistabile su un portale ma le lezioni individuali preferisco farle stando nella stessa stanza, magari a distanza di sicurezza.
Davide Merlino
-I. Varela, T. Arco, D. Friedman, N. Rosauro-
(insegna presso scuole di secondo grado a Indirizzo Musicale)
Ciao Valerio, in questo periodo di quarantena possono essere un valido aiuto, oppure diciamo in una situazione normale un confronto con qualche batterista lontano millemiglia può essere interessante. Però detto questo, non la vedo certo come una soluzione definitiva.
Il rapporto umano, la vibrazione (e per noi le vibrazioni sono molte) deve scorrere corpo a corpo.
Eugenio Mori
-B. Antonacci,883, F. Battiato, G. Nannini, Ligabue, Paul Gilbert-
(Insegna presso Artemusica Milano e scuola civica di musica di buccibasco)
Ciao Valerio,in questo momento di estrema emergenza
sono assolutamente favorevole alle lezioni on line. La tecnologia ci sta aiutando molto , ma onestamente
non penso possa essere il futuro.
La complicità che si instaura fra insegnante e Allievo ( dal vivo) almeno io non riesco ad ottenerla. Per quanto la tecnologia ci sostenga credo non possa sostituire. Il legame personale e fisico penso che siano valori imprescindibili. Un abbraccio
Dimitri Nicastri
-Mòn, Calzeeni-
La scorsa settimana ho fatto la mia prima lezione online con il maestro Daniele Chiantese. E’ stata esaustiva e propositiva come fossimo a scuola. Penso che il futuro della didattica sia nel mezzo: già da diversi anni la tecnologia ci aiuta e ci impreziosisce tramite dvd didattici e lezioni online, ma il rapporto quotidiano alunno-insegnante ha quella alchimia che non si può sostituire. Le lezioni online possono essere un polo democratico per chi non vive in città o situazioni simili.
A mio modesto parere,
la qualità di una lezione tenuta di persona rimarrà comunque impareggiabile. L’interazione personale che avviene durante una lezione svolta insieme all’insegnante è davvero un valore aggiunto alla mera didattica, che può essere divulgata anche attraverso altri mezzi.
Da insegnante trovo insostituibile la possibilità di controllare e intervenire direttamente, e a volte anche fisicamente, sulla qualità dell’esecuzione dello studente. Ciò detto, la possibilità di svolgere lezioni online, siano esse su piattaforme come Skype o Zoom, o sotto forma di videocorsi preregistrati, rimane comunque una valida alternativa, sia per offrire la possibilità a chi vive lontano di poter accedere al tuo messaggio e alla tua visione didattica, che per sopperire a momenti come questo, in cui le interazioni personali sono forzatamente interrotte. La tecnologia rimane comunque un mezzo e pertanto non ha connotazione positiva o negativa, è l’utilizzo che se ne fa a fare la differenza.
Sergio Pescara
-Groovydo, Vecchioni, Finardi, Pfm-
(insegna presso Dimensione Musica)
Secondo me non sarà’ il futuro della didattica, per lo meno quella fatta in un certo modo.
Specialmente per chi suona la batteria acustica, risulta assai difficile sentire -e di conseguenza studiare- le dinamiche , suono etc etc… Se parliamo dello strumento acustico bisognerebbe fare investimenti assai dispendiosi per sopperire a problemi di amplificazione , costi dei microfoni, attrezzatura e luogo dove poterlo fare. Decisamente molto più’ comoda la batteria elettronica…ma è un altra cosa!
Matteo Pieravanti
(impartisce lezioni private a Roma)
Più in generale
c’è da chiedersi se la comunicazione “videofonica” sarà il futuro delle nostre relazioni, e c’è da sperare di no.
L’unica nota positiva è che se volessi prendere lezione da Dave Weckl potrei farlo senza dovermi recare negli Usa, ma parliamo di una cosa che avrebbe senso per chi, già molto avanti con lo strumento, vuole porre domande o avere dei feedback personali da un grande musicista come esperienza una tantum.
Per il resto, e in generale per noi comuni mortali, ci sono tre aspetti da considerare: quello tecnico, la disumanizzazione dell’esperienza e il tempo intermedio di realizzazione.
Tecnicamente fare lezione di batteria via Skype è molto più difficile che per altri strumenti. Non si può suonare insieme perchè c’è sempre un minimo di ritardo anche con le reti più veloci. È certamente più agevole affrontare argomenti teorici o controllare la lettura ritmica degli allievi. Per il resto è un disastro. Bisogna avere un’ attrezzatura tecnica, tra microfoni e video, molto buona e la stessa dovrebbe avere l’allievo. Se si considera che molti allievi hanno a mala pena una batteria elettronica, ecco che la cosa diventa difficile se non grottesca.
La disumanizzazione dell’esperienza leva tutta quell’ energia che si percepisce nello stare in studio con il maestro. La mediazione dei microfoni taglia il tono della voce e le frequenze degli strumenti, per cui si riceve una informazione incompleta e emozionalmente priva di significato. Potremmo fare il parallelo con l’esperienza che si perde nell’acquistare uno strumento su internet invece che recarsi in un negozio. Argomento che hai ampiamente ed esaustivamente trattato nei tuoi precedenti articoli.
Ma al di là delle difficoltá tecniche e della realtà disumanizzante che si va a creare c’è un terzo aspetto che secondo me è il più grave nella sua mancanza ovvero la ” perdita di tempo “.
La rete ci sta abituando a fare apparentemente le cose cose che facevamo prima ma in modo più veloce e in cambio ci chiede di eliminare tutta quell’ esperienza intermedia che si pone tra il voler fare una cosa e realizzarla. Il viaggio in treno, o in autobus, il fatto di dedicare quella mattinata alla lezione per raggiungere quello specifico insegnante perchè vogliamo fortemente studiare con lui, l ‘attesa fuori dallo studio, incontrare altri allievi, il ritorno a casa che ci fa riflettere magari sulla lezione che abbiamo ricevuto.
Possiamo risparmiare questo tempo per fare altre cose, è vero, ma in realtà ci stiamo intasando di esperienze prive di significato profondo, che non si vanno a depositare dentro di noi e restano in superficie senza attecchire nelle nostre anime. In questo modo la musica e la vita si impoveriscono.
Siamo fatti in modo tale che la nostra realtà passi per il piano fisico, emozionale, spirituale e mentale, e con la rete tagliamo il primi tre, rendendo tutto una forma mentale che alimenta altre forme mentali. Io non ci sto, ma allo stesso tempo capisco quei colleghi che in questo periodo si stanno dando da fare per dare una continuità alla didattica con i loro allievi e auguro a tutti noi di tornare presto a stringerci le mani e ad abbracciarci prima e dopo la lezione di batteria.
In questo momento più che mai a causa dell`emergenza corona virus
la didattica online sta avendo un gran numero di adesioni si dal punto di vista dei docenti sia degli alunni.
Guardando indietro, questo tipo di didattica trova le sue radici nelle sue varie forme arcaiche, partendo dal VHS per poi passare per il Dvd ed arrivare ad internet :
ricordo che negli anni novanta comprai il Vhs “Back to Basics” di Dave Weckl non so quante volte io abbia guardato quella videocassetta … quanto si può imparare guardando con attenzione.
Personalmente
credo che nello studio della batteria il solo materiale cartaceo non basti. Vedere e sentire come è suonato un groove, un ritmo, un fill, ti apre le porte…
In quegli anni di quel tipo di videocassette ne giravano poche e noi studenti avevamo il tempo di assimilare tutto ciò che ci arrivava dalla “visualizzazione” andando avanti e indietro su il player fino a consumare la videocassetta e la voglia di ricerca cresceva.
Tra l’altro una piccola curiosità. Quando nel 2001 andai a studiare al Drummers Collective, facevamo lezione sulla famosissima Yamaha Recording Custom che compariva nella cassetta.
Oggi abbiamo milioni di video su internet e penso che questo abbia abbassato il grado di attenzione verso quel tipo di apprendimento e di conseguenza il materiale a disposizione nel web sia a volte usato male.
Penso che in questo momento attraverso la lezione video e la presenza di noi insegnanti questa lacuna possa essere colmata.
Sicuramente la didattica online attraverso una visualizzazione obbligatoria possa riportare un po a quel tipo di didattica e in più non ci scordiamo che possiamo “andare” a lezione senza muoverci con insegnanti a km di distanza …. ma speriamo di tornare ad abbracciarci ed a suonare insieme dal vivo !
Roberto Pirami
-V. Moore, Michael Angelo Batio, K2RE, S. Salemi-
(insegna presso il Free drumming studio)
Sicuramente la lezione Skype è una formula utile per poter continuare un filo didattico in situazioni di emergenza, ma non considero questa il futuro della didattica in quanto per me è molto importante avere dal vivo una percezione visiva, auditiva e cinestesica.
Davide Piscopo
– F.Moro, A. Britti, Povia, S. Cristicchi-
(insegna presso il Saint Louis di Roma)
Penso che l’insegnamento online avrà un futuro più luminoso rispetto a quello tradizionale ma a mio avviso, niente potrà mai sostituire il rapporto diretto tra allievo e insegnante.
Franco Rossi
(insegna presso Accademia musica moderna Milano, Franco Rossi Drum Channel)
Sicuramente sì! Attualmente con una buona connessione
è un’ottima alternativa alle lezioni classiche.
Inoltre porta ad una serie di vantaggi; come ad esempio accorciare le distanze e anche ad un risparmio economico, di tempo ed evita rischi su strada alle persone.
Durante le lezioni su Skype vengono comunque affrontati gli stessi argomenti che verrebbero affrontati nelle lezioni “tradizionali”, dalla mia esperienza si ha un ottimo interplay con lo studente.
Raphael Saini
-Direttore Bateras Beat Italia-
(insegna presso Bateras beat Sardegna)
Sono un fan delle lezioni live nonostante abbia comprato tanti corsi online. Ho fatto lezioni personali con alcuni grandi batteristi e ho comprato alcuni corsi online con alcuni grandi batteristi. Forte di queste esperienze mi permetto di dire che non c’è paragone: per fortuna! Sicuramente in un momento eccezionale come questo può essere d’aiuto per gli insegnanti correre ai ripari e fare lezioni online, ma anche queste dovrebbero essere fatte bene, seguendo criterio e rispettando un ideale di qualità e valore del prodotto.
“SI… PUÓ… FARE!!” Come diceva Gene Wilder in Frankenstein Junior.
Ho fatto qualche lezione su Skype negli anni scorsi ma non ci avevo dato molto peso perché sicuramente ho sempre preferito fare lezioni dal vivo qui a Roma e dintorni. Questo periodo di quarantena però ha fatto sì che mi ci riavvicinassi. Ho aumentato la tecnologia rispetto gli anni scorsi e devo dire che la resa è davvero ottima! Telecamera esterna messa dove si vuole (la di può spostare magari per inquadrare meglio i particolari), microfono panoramico per riprendere bene la batteria e voce, e via! Le lezioni proseguono, non ci si ferma.
Questo periodo ci sta mettendo a dura prova ma ce la stiamo mettendo tutta per continuare a dare continuità agli studenti! Non si sa per quanto tempo staremo così, però questa situazione critica mi ha fatto riscoprire questo tool didattico importante. Sicuramente ne usufruirò ancora in futuro ma il rapporto umano che si crea dal vivo, e far ascoltare il “suono acustico” non sarà mai e poi mai paragonabile ad una videochiamata! Ok la tecnologia, ok tutto… ma la stanza, rimbombante che sia, non ce la leverà mai nessuno!
Michele Santoleri
-G. Telesforo, Koinaim-
(impartisce lezioni private a Chieti)
Penso che
le lezioni online rappresentino una valida alternativa ai tradizionali incontri face to face,
che rimangono per me ancor oggi la via migliore da seguire.
Quando insegno mi capita spesso di girare intorno all’allievo, concentrandomi sui vari aspetti, dalla postura delle spalle alla posizione dei piedi sui pedali. È faticoso riuscire ad ottenere lo stesso risultato attraverso una webcam. Ciò non toglie che sono assolutamente favorevole a questa modalità, sperando di poter tornare presto a guardare negli occhi allievi e insegnanti.
Marcello Spallucci
-S. Cassetta, Uptown Funk Band, Garima Trio-
(insegna presso Tala drum studio e Il giardino dei suoni)
I
nternet è ormai parte integrante delle nostre vite. La natura del web è quella di rappresentare, riflettere e inglobare tutto ciò che viviamo nella vita reale. Questo chiaramente significa che
anche la didattica musicale è stata assorbita da questo grande ingranaggio.
Per quello che riguarda le lezioni di strumento, credo che le lezioni fisiche, dal vivo, “reali”, garantiscano un controllo inarrivabile nella costruzione della fondamenta tecniche dello studio della batteria. A partire indubbiamente dall’impostazione meccanica degli arti superiori e inferiori.
Le lezioni online, che siano su Skype, Zoom o Facetime, rappresentano tuttavia una buona opportunità di apprendimento per tutti gli studenti di livello intermedio o avanzato, che per i motivi più disparati, possono avere la necessità o anche semplicemente il desiderio di studiare con un particolare insegnante, con cui magari logisticamente sarebbe difficile interagire dal vivo. Per approfondire un particolare stile, un determinato fraseggio o repertorio, o per la curiosità di ascoltare “più campane”. Quindi in questo senso Internet libera dal gap della distanza fisica.
Inutile nascondere che la didattica digitale richiede un’ulteriore forma di impegno, responsabilità, e definizione degli obiettivi rispetto a quella tradizionale, sia da parte del didatta che dell’allievo. E anche di una totale assenza di distrazioni, magari proprio provenienti dalla restante parte del web, che stiamo cercando invece di sfruttare in maniera canalizzata e costruttiva.
Marco Volpe
-“Hammondism”, Max Ionata, David Liebman-
(insegna presso conservatorio “Nicolini” (Piacenza), conservatorio “Campiani” (Mantova), “Perc & Music Studio” (Torino) e lezioni private a Milano)
La possibilità di prendere lezioni praticamente con chiunque nel mondo
avrei voluto averla io quando ero giovane… e con una buona attrezzatura sicuramente
rappresenta una opportunità unica che ci permette l’attuale mondo interconnesso.
Può essere poi molto più utile per un allievo già avanzato che può cogliere maggiormente i dettagli che con un principiante invece sono difficili da trasmettere in via telematica. Ciò detto penso che il rapporto diretto con l’allievo abbia caratteristiche acustiche, visive e anche psicologiche difficili da ricreare via Skype. In definitiva: meglio un buon insegnante via Skype che uno cattivo (o nessuno) in casa, ma meglio un buon insegnante dal vivo! 😀
Aggiungo che può essere un’ottima idea anche per chi ha problemi di distanza alternare una lezione di persona con una o più via Skype, per combinare la comodità (e ridurre le spese) con un importante rapporto diretto.
Leggi anche l’articolo sulla pratica del Pay to play

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