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Moreno Maugliani, l’Olanda e le vie del progresso

moreno maugliani batterista
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Il caso di Moreno Maugliani (1 ottobre 1985) riflette l’attuale situazione sociale ed economica italiana. Il propagarsi del fenomeno dei “cervelli in fuga” (ossia l’emigrazione verso Paesi stranieri di persone di talento o alta specializzazione professionale) non lascia isolato il mondo musicale. Anzi.

La situazione della batteria italiana non è da meno a questo fenomeno. Sempre più batteristi italiani vanno a ricercare nuovi stimoli, o più semplicemente una qualità lavorativa e della vita migliore, oltre i confini del nostro Paese

Moreno è un giovane batterista italiano che da qualche tempo risiede in Olanda. Eccelso batterista di estrazione jazz ma molto attivo in diversi campi musicali. Fine esecutore dalla mirabile tecnica che abbina ad un gran gusto musicale. Attento pensatore di quello che lo circonda e dal percorso mai scontato, dove la ricerca di nuovi stimoli guida la sua carriera e rappresenta il suo maggiore focus con cui confrontarsi.

Essere un musicista in Olanda

Ciao Moreno, da qualche anno ti sei spostato in Olanda dove hai continuato il tuo percorso formativo e lavorativo. Come mai questa scelta ?

Esiste a tuo avviso un qualsiasi carattere distintivo che distingue un musicista che oggi decide di formarsi in Olanda ? Come ti sei trovato a suonare con i musicisti locali ?

Nel bellissimo lavoro di Ugo Rodolico, si mette in stretta relazione la parola e la loro musica. In tal senso, essendo l’olandese una lingua molto dura (simile al tedesco) questo si ripercuote anche nella loro musica ? La loro pronuncia dello shuffle è differente ?

Negli ultimi anni moltissimi batteristi italiani sono andati a studiare in Olanda, mi vengono in mente Francesco De Rubeis, Roberto Pistolesi e Federica Bernabei. Ripensando indietro nel tempo mi viene quando nel dopoguerra molti italiani andarono a scoprire in Sudamerica ed i suoi suoni e anni dopo, ci fù un vento di ritorno con molti musicisti sudamericani che scelsero di venire a vivere proprio in Italia. Secondo te questo potrebbe accadere anche con l’Olanda o sono culture e fattori sociali troppo distanti ?

Anni addietro, a livello europeo Olanda e Italia erano i due paesi europei all’avanguardia nel campo del free-jazz. A distanza di tempo, in Italia questa forma espressiva è quasi scomparsa del tutto. In Olanda come vanno le cose in tal senso ?

Se vuoi un altro parere sui musicisti in Olanda leggi anche l’intervista a Federica Bernabei

Tra pop e jazz

Da molto tempo sei il batterista di Valerio Scanu. Com’è nata questa collaborazione ?

Cambiando molto la situazione musicale, come cambi il tuo modo di suonare e qual’è stata la cosa che più ti ha spiazzato nell’affrontare questa nuova situazione ?

Luogo comune vuole che i jazzisti non sappiano suonare altri generi al di fuori del proprio. Secondo te è del tutto falso oppure c’è qualche forma di verità ?

Cambiando molti ambienti lavorativi, come gestisci il tuo suono e la scelta degli strumenti da usare ? Utilizzi particolari trucchi per l’accordatura ?

Suoni molto in contesti sia jazz che pop, campi che negli ultimi anni hanno avuto una forte connessione e contaminazione con la musica elettronica. Tu che rapporto hai con l’elettronica applicata al set ?

Per un altro parere sull’argomento, leggi l’intervista a Nicolò Di Caro

I Bravo Baboon

A proposito di suoni, so che stai lavorando con i Bravo Baboon per il nuovo disco ed hai adottato delle scelte sonore molto particolari

Nei Bravo Baboon talvolta ti ho visto suonare con set molto compatti come numero di pezzi. Scelta voluta o più dettata da fattori esterni ?

Come sta succedendo sempre più a livello mondiale, la vostra proposta jazz incontra anche echi di musica più electro. A livello batteristico ho sentito che tieni il rullante molto basso di accordatura stile “panettone” e poggi accessori sui piatti. Cosa o chi ti ha ispirato questo approccio nella scelta dei suoni ?

Il rapporto con la batteria

Come hai iniziato a suonare la batteria ? Quali sono stati i tuoi idoli e punti di riferimento ?

Cosa rappresenta per te la batteria ?

Il percorso didattico

Nel corso della tua storia ti sei ritrovato nella prestigiosa scuola romana “saint louis” dapprima come studente e successivamente come musicista per varie formazioni legate a questa scuola, e talvolta anche come didatta. Puoi descrivere il tuo percorso all’interno della scuola ?

La copertina della tesi

Hai studiato al conservatorio. Pensi che questo percorso sia indicato per chi voglia studiare batteria e che formi adeguatamente, o è semplicemente un valido “pezzo di carta” ?

La tua tesi di laurea al conservatorio era sul “melodic drumming”. Penso che sia un argomento molto interessante e che effettivamente ha una sua bella storia ed evoluzione; mi vengono in mente il modo d’intendere la melodia sul drumset batteristi come Max Roach o Ari Hoenig, piuttosto che Terry Bozzio o Gavin Harrison. Cosa ti colpisce di questo aspetto del drumming ? Come cerchi di coinvolgere questo argomento nel tuo linguaggio?

L’arte e la ricerca prima della musica

Cosa rappresenta per te l’arte e come la ricerchi ? Questa ricerca influenza il tuo modo di suonare o d’intendere la vita ?

Quanta importanza dai alla ricerca sonora ?

Frank Zappa diceva che “senza deviazioni dalla norma non c’è progresso”. Batteristicamente e nella vita quotidiana quali scelte hai fatto per deviare dalla norma ? Quanto conta per te progredire ?

Leggi anche l’intervista a Paolo Sanna

Vivere di musica al giorno d’oggi

Se prima le collaborazioni avvenivano solo a livello locale, ora si ha la possibilità di registrare e collaborare anche a distanza. A te è mai capitato ? Allargandosi le possibilità, si allarga anche la concorrenza. Perché qualcuno dovrebbe scegliere te come batterista di un progetto ? Cosa pensi che ti possa rendere unico ?

Com’è cambiato il lavoro ed in che direzione si muoverà il lavoro del musicista in futuro ?

Ci sono mai stati momenti in cui volevi lasciar perdere ?

Parlando con Nicolò Di Caro, si analizzava la vostra/nostra generazione che ha visto cambiare il modo di avvicinarsi alla musica. Ora molta informazione passa attraverso i social e Youtube, mentre una volta si andavano a scoprire i musicisti guardandoli da vivo. Com’è il tuo approccio verso questa nuova tendenza ?

Sei un ragazzo che lavora molto a più livelli. Ti vorrei chiedere qualcosa riguardante la parte più lavorativa di questo lavoro. Come elabori il tuo cachet rispetto al lavoro proposto ? C’è sempre trasparenza in questo mondo oppure talvolta ti sei sentito sfruttato ?

Sei te in prima persona che ricerchi nuove collaborazioni oppure aspetti che le occasioni si presentino da sole ?

Sei un maestro di batteria. Quali valori cerchi di dare ai tuoi allievi ? Quali metodi consigli e come i tuoi maestri ti hanno influenzato in questo tuo lavoro ?

Quali sono le caratteristiche principali che deve avere un ragazzo adesso per lavorare ?

Quali sono i batteristi che maggiormente segui e quali pensi che siano i migliori prospetti nel panorama italiano ?

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