Il drumming di Phil Mer è sicuramente molto tecnico, ma la grande passione verso altri strumenti ed il gran lavoro in studio come turnista, ci regalano un drumming intelligente dove sembra che Phil sappia “switchare” a seconda della situazione, ma sempre a favore della musica stessa. Un musicista eclettico ed estroso, dalla grande fantasia ed in comune ai grandi, la grande voglia di sperimentare soluzioni sonore sempre diverse. Guardando al kit che suona di volta in volta, non è difficile trovare quelle piccole accortezze o intuizioni per creare suoni particolari.
GLI INIZI
Il suo primo approccio allo strumento arriva in maniera del tutto d’autodidatta. A 11 anni suona con la sua prima band dove esegue cover Bon Jovi e Guns ‘n’ Roses. Nel contempo inizia a studiare pianoforte e chitarra. A 16 anni, quando s’inizia a delineare l’inizio di un percorso più serio, inizia a studiare con i suoi 2 unici maestri : Alfredo Golino, e suo padre Antonio Golino.
Il particolare legame con Alfredo Golino fu molto importante per i primi passi di Phil. Nasce una grande amicizia e complicità tra i due, e con il fare quasi da talent scout, Alfredo prende sotto la propria ala il proprio allievo, del quale s’intravede un grandissimo talento innato.

Altra grande dote di Phil Mer è la capacità di ottenere il suono che ha in mente. Per quello che concerne il sapere riguardante gli aspetti del “Recording studio” è da segnalare il diploma conseguito dopo un corso tenuto da un’altra icona del pop italiano come Lele Melotti.

UNA CARRIERA NEL POP
La carriera di Phil come turnista l’ha visto suonare giovanissimo a 25 anni per Pino Daniele, in sostituzione del suo maestro d’allora, Alfredo Golino.
Alfredo spese parole in favore del suo allievo ed in questa maniera fu ammesso all’audizione. Con in tasca il biglietto di sola andata per Roma, ed il ritorno da decidere a seconda dell’esito del provino. Pino Daniele stesso andò a prenderlo all’aeroporto. Le prove si fecero nello studio del chitarrista napoletano, prima con tutta la band, poi solamente Pino Daniele ed il giovane provinato. Quello che si voleva ricercare era l’accompagnamento con solidità e sensibilità dinamica, senza troppi fronzoli. Tornato a casa, dopo qualche giorno arrivò la chiamata tanto attesa, correlata di una richiesta atipica : avrebbe dovuto telefonargli più spesso, come facevano gli altri della band.
In seguito arrivano le collaborazioni di prestigio a servizio di Patty Pravo, Mario Biondi, Malika Ayane, Michele Zarrillo, Noa, Francesco Renga e molti altri.
LA PASSIONE PER L’ARTE
Ma oltre che studiando altri strumenti, l’estro di Phil è giovato anche dal profondo studio verso l’arte. Difatti nel 2010 si laurea in Scienze dei beni culturali con 110 e lode all’università Cattolica di Milano.
A degno coronamento della passione verso la musica colta, i grandi dipinti e la sperimentazione sonora, arriva il progetto “The Framers“. Il duo ha l’intento di tradurre in musica i grandi capolavori della pittura, analizzandone l’essenza e le sensazioni che si provano guardando questi quadri. Un ‘esempio su tutti dove tecnica, ecletticità, sperimentazione ed arte si uniscono è sicuramente la già citata “Orologi Molli” sulla base delle sensazioni causate dal quadro “la persistenza della memoria” di Salvador Dalì.
Oltre che come performer, Phil è molto attivo come clinician dove porta i suoi concetti di musica “organica ed inorganica”, e come dimostratore per i marchi di cui è endorser ufficiale quali Gretsch drum, spazzole Facus, piatti Bosphorus e bacchette Wincent.