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I negozi di strumenti musicali stanno morendo. Nessun punto interrogativo. I dati raccolti dal prestigioso MusicTrade sembrerebbero non lasciare altre possibilità d’interpretazione.
Se si guarda all’andamento generale del 2018, due tra i principali negozi italiani per fatturato hanno già abbassato le saracinesche mentre la quasi totalità degli altri negozi conferma il trend deludente degli ultimi anni, con incassi che calano vertiginosamente. Eppure, di contro, emerge lo straordinario risultato di StrumentiMusicali.net che quasi raddoppia il fatturato rispetto all’anno precedente, a riconferma del suo percorso di grande crescita. Troviamo risultati discreti anche per altri importanti negozi in termine di fatturato: se si analizza infatti l’arco temporale degli ultimi sei anni, quattro di questi esercizi chiudono comunque in attivo o con passivi lievi.
Allora perché affermare che i negozi di strumenti musicali muoiono?
Perché quello che preoccupa davvero e che emerge chiaramente ad un’analisi più approfondita dei dati, è il grande divario che sempre più si va accentuando tra una stretta rosa di esercizi e il restante numero di negozi sparsi in tutto il territorio nazionale, senza alcun segnale di ripresa o inversione di tendenza rispetto alla crisi che attanaglia il settore. Andiamo allora a vedere i dati nel dettaglio.
Una premessa sui dati di MusicTrade
Brevissima premessa: le cifre che vedrete di seguito si riferiscono ai fatturati, ossia agli incassi, di un determinato anno. I fatturati annui sono dati pubblici liberamente accessibili che non rappresentano ovviamente l’utile delle stesse aziende, ossia il loro guadagno reale al netto delle spese (costo prodotti, stipendi del personale, eventuali affitti o interessi delle banche etc). Occorre però fare un distinguo: a fronte di una diminuzione di fatturato, è plausibile che un’azienda possa contrarre le spese ed eventualmente riuscire a migliorare comunque i propri utili. Ma ciò è difficilmente sostenibile sul lungo periodo (a fronte di spese che spesso rappresentano costi fissi per le aziende), perciò le variazioni dei fatturati in archi temporali ampi rappresentano sempre un indicatore molto significativo.
I fatturati dei principali negozi di strumenti musicali italiani 2013-2018
Rivenditore | Fatturato 2018
(espresso in dollari al tasso di cambio del 31/12/2018)
fonte
MusicTrades marzo 2019 | Fatturato 2017
(espresso in dollari al tasso di cambio del 31/12/2017)
fonte
MusicTrades marzo 2018 | Fatturato 2016
(espresso in dollari al tasso di cambio del 31/12/2016)
fonte
MusicTrades maggio 2017 | Fatturato 2015
(espresso in dollari al tasso di cambio del 31/12/2015)
fonte
MusicTrades maggio 2016 | Fatturato 2014
(espresso in dollari al tasso di cambio del 31/12/2014)
fonte
MusicTrades maggio 2015 | Fatturato 2013
(espresso in dollari al tasso di cambio del 31/12/2013)
fonte
MusicTrades maggio 2014 |
StrumentiMusicali.net
Taranto

| 31.874.000
+97,12% rispetto al 2017 | 16.169.354
-4,5%
rispetto al 2016
| 16.932.000 ~
Stabile rispetto al 2015 | 16.932.133
+31,35% rispetto al 2014 | 12.890.000
-7,68%
rispetto al 2013 | 13.963.149 |
Cavalli Musica
Brescia
 | 12.160.870
+2,1% rispetto al 2017
-1% rispetto al 2015 | 11.900.000
-3,1% rispetto al 2016 | 12.283.000 ~
Stabile rispetto al 2015 | 12.283.812 | -
Dato non rilevato | -
Dato non rilevato |
Essemusic Store
Montebelluna (Treviso)

| 11.978.000
+0,6% rispetto al 2017
-5,85%
rispetto al 2013
| 11.900.000
-1,8%
rispetto al 2016 | 12.118.000 ~
Stabile rispetto al 2015 | 12.118.681
+12,21 rispetto al 2014 | 10.800.000
-15,12% rispetto al 2013 | 12.723.228 |
Merula Magazzino MusicaleRoreto di Cherasco (Cuneo)
 | -
Dato non rilevato | 10.900.000
-4,6% rispetto al 2016
| 11.427.117
Stabile rispetto al 2015 | 11.400.000 | -
Dato non rilevato | -
Dato non rilevato |
Lucky Music NetworkMilano
 | -
Dato non rilevato | 09.850.000
-6,5%
rispetto al 2016
-27,23% rispetto al 2013
| 10.538.924
-9,31%
rispetto al 2015 | 11.621.143
-19,60%
rispetto al 2014 | 13.900.000
+2,68%
rispetto al 2013
| 13.537.015 |
Daminelli Bergamo
 | 08.002.000
+17,6%
rispetto al 2017
+5,51%
rispetto al 2013
| 06.800.000
-2,3%
rispetto al 2016
| 06.960.814
-3,90%
rispetto al 2015
| 07.243.179
+3,47%
rispetto al 2014
| 07.000.000 | 07.583.635 |
ScavinoTorino
 | 06.328.000
+7,2%
rispetto al 2017
+2%
rispetto al 2016
| 05.900.000
-4,8%
rispetto al 2016
| 06.198.000 ~
Stabile rispetto al 2015 | 06.198.730 | -
Dato non rilevato | -
Dato non rilevato |
Milor MusicSan Marino | -
Dato non rilevato | 05.200.000
-5,9% rispetto al 2016
| 05.531.034 | -
Dato non rilevato | -
Dato non rilevato | -
Dato non rilevato |
Your Music S.R.L.
Roma
 | -
Dato non rilevato | 04.600.000
-4%
rispetto al 2016
-28,3%
rispetto al 2013
| 04.793.467
-5,63%
rispetto al 2015 | 05.079.943
-19,36%
rispetto al 2014 | 06.300.000
-1,87%
rispetto al 2013 | 06.420.274 |
Cherubini Group
Roma
 | -
Dato non rilevato | 03.300.000
-3,3%
rispetto al 2016
-38,7%
rispetto al 2013
| 03.413.411
-14,33%
rispetto al 2015 | 03.984.508
-18,68% rispetto al 2014 | 04.900.000
-9,04%
rispetto al 2013 | 05.387.484 |
Lenzotti
Modena
 | 02.825.000
-5%
rispetto al 2017
-28,29%
rispetto al 2013
| 03.000.000
stabile rispetto al 2016
| 03.050.000 ~
Stabile rispetto al 2015 | 03.056.609
Stabile rispetto al 2014 | 02.900.000
-26,39%
rispetto al 2013
| 03.939.830 |
Musical Box S.R.L.
Verona
 | -
Dato non rilevato | 02.650.000
-7%
rispetto al 2016
-57,56%
rispetto al 2013
| 02.850.380
-19,12%
rispetto al 2015
| 03.524.000
-28,95%
rispetto al 2014
| 04.960.000
-20,56% rispetto al 2013
| 06.244.447 |
Emporio Musicale Senese
Siena
 |
CHIUSO
DEFINITAMENTE | -
Dato non rilevato | 02.809.999
-30,35%
rispetto al 2015
| 04.034.939
-4,33%
rispetto al 2014
| 04.218.000
-10,79%
rispetto al 2013
| 04.728.330 |
Verde Professional
Leini (Torino)
 | -
Dato non rilevato | 02.600.000
Stabile rispetto al 2016
-24,39%
rispetto al 2013
| 02.760.000
Stabile rispetto al 2015
| 02.759.992
-10,96%
rispetto al 2014
| 03.100.000
-9,85% rispetto al 2013
| 03.438.921 |
All for Music S.R.L.Bologna
 | -
Dato non rilevato | 02.400.000
-12,1%
rispetto al 2016
-29,74%
rispetto al 2013
| 02.732.000
Stabile rispetto al 2015 | 02.732.669
-11,84%
rispetto al 2014 | 03.100.000
-9,25%
rispetto al 2013 | 03.416.349 |
Musicarte Store S.R.L.
Chiaravalle (Ancona)
 | -
Dato non rilevato | 02.600.000
stabile rispetto al 2016
| 02.684.000 ~
stabile rispetto al 2015
| 02.684.302
+24,85%
rispetto al 2014
| 02.150.000
| -
Dato non rilevato |
Centro Chitarre S.R.L.
Napoli
 | -
Dato non rilevato | 02.520.000
-3,3% rispetto al 2016
Stabile rispetto al 2013 | 02.606.163 | 02.606.163 | 02.280.000 | 02.479.991 |
Città della musica S.R.L.Sambuceto (Chieti)
 | -
Dato non rilevato | 02.550.00
-2%
rispetto al 2016
| 02.604.075
-18,08%
rispetto al 2015
| 03.179.091
-5,10%
rispetto al 2014
| 03.350.000
-%6,89
rispetto al 2013
| 03.598.248 |
Niccolai Grandi Magazzini della Musica
San Giovanni alla Vena (Pisa)
 | -
Dato non rilevato | 02.400.000
stabile rispetto al 2016
| 02.408.000 ~
stabile rispetto al 2015
| 02.408.398 | 02.800.000 | 03.114.695 |
Loveri Strumenti Musicali
Napoli
 |
CHIUSO
DEFINITAMENTE | 02.200.000
-4,3%
rispetto al 2016
| 02.300.000
Stabile rispetto al 2015 | 02.300.000
+9,52%
rispetto al 2014
| 02.100.000
-6,29%
rispetto al 2013
| 2.241.160 |
Sound S.R.L.
Legnano (Milano) | -
Dato non rilevato | 02.100.000
-6,6%
rispetto al 2016
-%25,69
rispetto al 2013
| 02.250.000 | 02.250.000 | 02.100.000 | 02.826.246 |
Mama's Music Store
Telese Terme (Benevento)
 | -
Dato non rilevato | 02.100.000
-4,5%
rispetto al 2016
| 02.200.000
+38,86%
rispetto al 2016
| 01.584.232
+58,32%
rispetto al 2014
| 01.000.000 | -
Dato non rilevato |
CiaravolaBoscoreale (Napoli)
 | -
Dato non rilevato | 01.850.000
-9,8% rispetto al 2016
| 02.052.233 | -
Dato non rilevato | -
Dato non rilevato | -
Dato non rilevato |
Firefly Audio
Potenza
| 02.147.000
| 01.100.000
| -
Dato non rilevato | 01.119.049 | -
Dato non rilevato | -
Dato non rilevato |
Antica casa musicale Ghisleri
Bergamo
 | -
Dato non rilevato | 02.000.000
+1,1% rispetto al 2016
| 01.977.368 | -
Dato non rilevato | -
Dato non rilevato | -
Dato non rilevato |
Zecchini Musica
Verona
 | -
Dato non rilevato | 01.650.000
-2,9% rispetto al 2016
| 01.700.000 | -
Dato non rilevato | 02.000.000 | <02.063.782 |
BandieraRoma
 | -
Dato non rilevato | 00.950.000 | 01.058.502 | 01.058.502 | -
Dato non rilevato | -
Dato non rilevato |
Musicis
Formello (Roma)
 |
01.431.682
| -
Dato non rilevato | -
Dato non rilevato | -
Dato non rilevato | -
Dato non rilevato | -
Dato non rilevato |
Acustica Napoli
Napoli
 | -
Dato non rilevato | 00.980.000
-11,9%
rispetto al 2016 | 01.112.579 | | 01.100.000 | |
Capire i dati: come funziona la rete vendita degli strumenti musicali
Di norma i negozi costituiscono l’ultimo ingranaggio di una complessa macchina commerciale. Vediamo allora insieme a grandi linee come funziona il sistema di vendita degli strumenti musicali.
-
- IL PRODUTTORE
Alla base, c’è un produttore che costruisce materialmente gli strumenti e crea un proprio marchio depositato. Per venderli, spesso in un altro stato o comunque su larga scala, si rivolge ad un distributore ufficiale il quale li acquisterà e si prenderà cura della loro rivendita.
-
- IL DISTRIBUTORE
I distributori necessitano di un magazzino di stoccaggio per assicurare un approvvigionamento rapido dei prodotti e sono preposti all’intermediazione con i negozi per la loro vendita, garanzia, promozione etc. Nel loro lavoro si affidano a una rete di vendita capillare nel territorio.
-
- IL RAPPRESENTANTE
Gli agenti commerciali rappresentano uno o più distributori in differenti aree geografiche. Fino a qualche anno, le zone coincidevano con le regioni, ma negli ultimi anni un numero sempre maggiore di distributori ha iniziato a suddividere la propria rete vendita in 3-4 macro aree per tutta la penisola. Ovviamente il distributore, attraverso la vendita chiusa dal rappresentante, applica un ricarico per ottenere il suo guadagno dai negozi.
-
- IL NEGOZIO
Così come preposto dalla rete di vendita, il rappresentante propone i prodotti del distributore ai singoli negozi che procedono all’acquisto. In alcuni casi, sono questi ultimi a rivolgersi alla rete di vendita del distributore.Anche in questo caso, il negozio applica a sua volta un ricarico nei confronti del cliente finale per assicurarsi il suo margine di guadagno proprio dalla vendita finale.
A fronte di questa filiera che potremo definire “classica”, sono emerse nuove pratiche che tendono ad accorciare la distanza tra produttore e consumatore finale, allo scopo di eliminare il ricarico spettante ad uno degli attori della filiera e di velocizzare tutto il processo (anche per rispondere alla concorrenza online).
Un primo esempio è la soluzione della “vendita diretta”, che sta prendendo sempre più piede. I produttori infatti assorbono al loro interno la funzione di rete vendita e dialogano direttamente con i negozianti, saltando completamente l’intermediazione di un distributore. In Italia questa prassi è già usata da marchi come Pearl, Yamaha e Roland, mentre per le chitarre è famoso il recente caso di Fender.
In altri casi, i negozi importano strumenti musicali sia per rivenderli direttamente all’utente finale, sia però per proporli ad altri negoziante e quindi, di fatto, diventare essi stessi distributori.
Alla luce di questi meccanismi, mi auguro di aver fatto chiarezza in quanti abbiano poca dimestichezza con il mondo del mercato musicale. La ritengo una premessa forse molto tecnica ma doverosa per inquadrare al meglio il momento ed interpretare le singole cifre dei fatturati nel contesto generale in cui si collocano.
Finalmente allora, andiamo a far parlare i numeri.
Analisi dei sui fatturati dei negozi di strumenti musicali
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⚠ I negozi di strumenti musicali di Roma e Milano perdono terreno : enormi difficoltà nelle grandi città
Uno dei primi elementi in assoluto che balza agli occhi è la grandissima difficoltà in cui versano i principali negozi di Roma e Milano. Nel 2017 a Roma i negozi Your Music e Cherubini crollano di circa un 30% rispetto ai fatturati del 2013, con perdite in progressivo aumento negli anni. A Milano la storia si ripete, con una perdita del 30% registrata da LuckyMusic; a questo dato si aggiunge anche la chiusura nel maggio 2018 di Prina (negozio storico sito in Corso di Porta Ticinese ). Anche a Napoli i fatturati sono scesi, sebbene in forma molto più lieve (con valori tra il 3% ed l’11%). E’ comunque da segnalare la chiusura dello storico negozio Loveri nell’ottobre del 2018.
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🇪🇺 In tutta Europa regnano i negozi più giovani
Da diversi anni in Italia lo scettro del negozio con maggior fatturato appartiene a StrumentiMusicali.net , negozio che ricordiamo è nato nel 2003 – da appena 16 anni! E il resto d’Europa certamente non è da meno, in numerosi stati troviamo al comando negozi giovani: la Francia con WoodBrass nato nel 1999; il Regno Unito con Gear4Music nato nel 1994; l’Olanda con Bax shop nato nel 2005; la Spagna con Alfasoni nata nel 1994 e la Polonia con Riff Music Salon nato nel 2001. Direi che possiamo definirli figli della generazione millennials. Se vi state chiedendo invece perché tra questi manchi la Germania, vedete il prossimo punto.
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🇩🇪 Il fatturato di Thomann e analisi di un fenomeno
Thomann è senza dubbio uno dei casi più impressionanti al mondo. Con il suo fatturato di 953 milioni di dollari nel 2018, è a livello mondiale è il secondo negozio in assoluto per fatturato. E questo, lo ricordiamo, con un unico e solo punto vendita situato nel cuore della nazione tedesca. Thomann si posiziona dietro alla catena statunitense di negozi Guitar Center, il cui fatturato 2018 ammonta a 2,4 miliardi di dollari, ma che vanta la bellezza di 430 negozi in totale sparsi in tutto il territorio degli Stati Uniti.
Negozio | Fatturato 2018
(espresso in dollari al tasso di cambio del 31/12/2018)
fonte
MusicTrades marzo 2019 | Fatturato 2017
(espresso in dollari al tasso di cambio del 31/12/2017)
fonte
MusicTrades marzo 2018 | Fatturato 2016
(espresso in dollari al tasso di cambio del 31/12/2016)
fonte
MusicTrades maggio 2017 | Fatturato 2015
(espresso in dollari al tasso di cambio del 31/12/2015)
fonte
MusicTrades maggio 2016 | Fatturato 2014
(espresso in dollari al tasso di cambio del 31/12/2014)
fonte
MusicTrades maggio 2014 | Fatturato 2013
(espresso in dollari al tasso di cambio del 31/12/2013)
fonte
MusicTrades maggio 2013 | Fatturato 2012
(espresso in dollari al tasso di cambio del 31/12/2012)
fonte
MusicTrades maggio 2013 |
Thomann | 953.186.657
+0,6% rispetto al 2017
+45% rispetto al 2012
| 956.414.280
+25% rispetto al 2016
| 765.000.000
-2,7% rispetto al 2015
| 787.000.000
+26,3% rispetto al 2014
| 620.000.000
-10,3% rispetto al 2013
| 691.821.000
+5,3% rispetto al 2012
| 657.000.000 |
In Europa è primo negozio incontrastato, considerato che il secondo negozio per fatturato è un altro negozio tedesco (Music Store professional, decimo negozio al mondo per fatturato) che all’anno fattura “solamente” 160 milioni di dollari (quasi 1/6 rispetto al gigante tedesco). Ancora più impressionante è
la crescita costante anno dopo anno del colosso tedesco (seppur con qualche piccolo tentennamento).
Osservando l’andamento nel corso degli anni si può notare come dal 2012 al 2018 il fatturato abbia alternato un anno in negativo in termini di fatturato rispetto l’anno precedente che anticipava un anno il cui fatturato aumentava con percentuali superiori al 20%. Se l’andamento venisse confermato il 2019 sarà all’insegna di un’ulteriore crescita del colosso tedesco.
-
🥁 Cadono anche i negozi specializzati nelle percussioni
In Italia esistono diversi negozi specializzati nella vendita di soli strumenti a percussione. Il più famoso e leader del settore in Italia è Acustica Napoli (anche se da qualche tempo alla vendita di batterie e percussioni ha abbinato anche la vendita di impianti audio e strumentazione per la fonia) che come riportano i dati di MusicTrades, registra da diversi anni fatturati attorno al milione di dollari. In Europa il leader incontrastato è La Baguetterie, celebre negozio francese sito a Parigi. Altra menzione è per Tam tam percusion, negozio di Siviglia ed organizzatore di uno dei festival batteristici più importanti a livello europeo. Tutti questi negozi hanno registrato un notevole calo negli ultimi anni. Allargando anche lo sguardo oltreoceano, stesso discorso si presenta in Canada mentre in Australia il negozio da me preso in esame rimane stabile nel fatturato. Ovviamente la posizione geografica di grande isolamento dell’Australia rappresenta un fattore di cui tener conto nell’analizzare il fatturato.
Negozio | Fatturato 2018 | Fatturato 2017 | Fatturato 2016 | Fatturato 2015 | Fatturato 2014 | Fatturato 2013 |
🇫🇷 La Baguetterie
(Parigi) | 6,678,000
-16,52%
rispetto al 2013 | 4.800.001 | 6.000.000 | 6,808,000 | 6,675,000 | 8,000,000 |
🇦🇺 Drummers Dream
(Belmore) | 4.000.000 | 4.000.000 | 4.000.000 | -
Dato non rilevato | -
Dato non rilevato | -
Dato non rilevato |
🇪🇸 Tam tam Percusion
(Siviglia) | 2,280,000
-40,92%
rispetto al 2013 | 2,280,000 | 2,280,000 | 3,295,000 | 3,000,000 | 3,859,279 |
🇨🇦 Just Drums
(North York) | 1.500.000
-21,05%
rispetto al 2013 | 1.250.000 | 1.400.000 | 1.400.000 | 1.550.000 | 1.900.000 |
🇮🇹 Acustica
(Napoli) | non rilevato | 980,000 | 1,112,579 | 1,100,000 | 1,100,000 | non rilevato |
Da dove provengono questi dati
I dati provengono dalla consultazione del magazine MusicTrades.
Il mensile Music Trades è operante dal lontano 1890 e nel corso degli anni è diventata la fonte definitiva per tutti i tipi di dati di mercato. I dati forniti dalla rivista prendono in esame i registri delle imprese di diversi stati del mondo
Le opinioni dei musicisti
Ho fatto la stessa domanda del titolo a diversi stimati batteristi ed addetti ai lavori
(in ordine alfabetico)
Gabriele Beatrice
(La Bottega del Tempo a Vapore, Diril Cymbals & Code Drumhead – importatore italiano)
“Comincio col ringraziarti per aver chiesto il mio parere su questo tema abbastanza spinoso. Risponderò attraverso due ottiche distinte, quella da distributore di strumenti musicali e quella da batterista.
Da distributore il mio parere non è certo il più roseo. Ho deciso infatti di non vendere attraverso i negozi (a parte qualcuno di molto vicino, e comunque non sono pienamente soddisfatto di tale scelta) e concentrarmi sulla vendita diretta. Questo porta diversi vantaggi (ad esempio, il rapporto diretto con il cliente – poter consigliare allo stesso il proprio suono o prodotto adatto ai suoi gusti, cosa che secondo me non ha prezzo – prezzi finali dei prodotti), ma anche degli svantaggi (ad esempio, l’impossibilità per il cliente di provare certi prodotti specifici).
Non lavorando con i negozi, la risposta alla domanda iniziale nasce spontanea, almeno per quello che penso.
Da batterista, ricordo bene quanto fosse veramente entusiasmante poter varcare le porte di un negozio ben fornito e trovare tutte le novità che appena 10 giorni prima non avevi visto. Eppure sentirmi dire allo stesso momento “se vuoi lo splash in questione, io lo posso ordinare, ma ci vogliono 3 mesi; quindi ti consiglio di ordinarlo su (noto sito europeo)” risultava allo stesso momento spiazzante e anche un po’ demotivante.
Generalmente, internet di sicuro non sta aiutando la situazione dei negozi, poichè tutto è facilmente acquistabile con un paio di click su siti famosi. D’altra parte tutto ciò elimina quella che era l’umanità dietro al rapporto negoziante-acquirente. Un rapporto che però è stato deteriorato non solo dalla rete ma anche, da una parte, da musicisti sempre più esigenti su prodotti quasi sconosciuti visti in chissà quale video online, e dall’altra, dalla voglia (parliamoci chiaro) del negoziante di vedere l’artista come un bancomat casinaro e petulante.
In conclusione, tornando alla tua domanda, la risposta probabilmente è SI, ma forse non sarà un’estinzione, bensì un’evoluzione per coloro che sapranno dare il giusto peso al rapporto con il cliente, l’unica qualità che la rete non può dare.”
Sergio Bellotti
(Joe Louis Walker, Mike Stern, The Platters, docente batteria Berklee, 247 drums Boston)
Ho aperto il mio primo negozio nel 2001, probabilmente verso l’inizio della fine. Il futuro è sicuramente nel passato e cioè quello di offrire quei servizi ( e inventarsene anche qualcuno di nuovo ) che stimolino gli utenti, in particolare I più giovani a capire l’importanza della comunità.
Andare in negozio per incontrare altre persone con la stessa passione, confrontarsi, sedersi a scambiare due flam taps. Sebbene a livello commerciale la rete ha penalizzato coloro che non ne hanno saputo trarre vantaggio, e fatto crescere quelli che invece si sono mossi bene, per me andare al negozio di strumenti rimane ancora come andare dal barbiere.
Questa non è una analisi pessimista, anzi!
Prevedo una crescita di centri specializzati, con sale lezioni, possibilità reale di provare la merce con mano e fare incontri di quelli che ti fanno crescere. Se la pelle da 8” nera con il bordino bianco carino non è in stock , passo la prossima volta e nel frattempo continuo a cercare di fare bella musica senza il tom da 8” o con la pelle consumata “ex sabbiata” ! BUONA MUSICA A TUTTI !
Bruno Biriaco
(Chet Baker, Perigeo, Saxes machine, Direttore d’orchestra Rai)
Non saprei dire se i negozi musicali siano destinati a scomparire, spererei proprio di no ma obiettivamente lo stato di crisi che in questo momento colpisce la musica in tutti i suoi settori, non fa sperare per il meglio. C’è poi anche da valutare la problematica che l’e-commerce con la sua concorrenza ha creato, permettendo la disponibilità quasi immediata di apparecchi, strumenti e software spesso anche a prezzi concorrenziali.
Una cosa, secondo me, non potrà però essere mai sostituita e rimane la forza del negozio: è la presenza umana di quel musicista addetto alle vendite, che poi diventerà l’amico confidente in grado di aiutarti a risolvere i tuoi dubbi per poi fare la scelta giusta su un determinato articolo. Quante volte i loro preziosi consigli sono stati inconsapevole risultato di un nostro effettivo progresso artistico e nel quale è giusto ricordarne il contributo.
Vorrei ricordare due collaboratori che ho conosciuto quando mi sono avvicinato alla musica ed il primo negozio che frequentai giovanissimo. Il negozio era Musicarte, in via Fabio Massimo a Roma, ed i collaboratori erano Gianni Barbareschi e Renato Bartolini che, con i loro consigli, mi hanno sempre aiutato a fare le scelte giuste.
Personalmente non credo che i negozi di musica spariranno, forse si adegueranno ai tempi, ma finché ci saranno persone competenti con cui parlare per scambiarsi delle impressioni e ricevere dei consigli, saranno sempre insostituibili!
Ricordo con grande nostalgia gli anni in cui facevo visita in maniera assidua a negozi come Bandiera e Your Music.
Per me all’epoca personaggi come Paolo Fabbrocino (che lavorava da Bandiera) e Alessandro Scala (che lavorava da Your Music), non erano solo due negozianti, erano due punti di riferimento, due personaggi esperti il cui parere non mi guidava solo negli acquisti ma anche nella comprensione della meccanica dello strumento.
Ma la cosa che ricordo con maggiore nostalgia sono gli incontri e le chiacchierate con batteristi mai visti prima che incontravi per caso, non esistevano differenze di genere, basta provare uno splash, guardare una bacchetta, o un poster che scattavano subito domande del tipo: ‘ma hai sentito quel disco?’, ‘ci vai a quel concerto’, senti che bilanciamento queste bacchette’…
Nel mio caso alcuni di questi incontri si sono trasformati in vere e proprie amicizie.
Purtroppo oggi questa cosa si è persa completamente, ed è un vero peccato, perché oltre ad aiutare la crescita della comunità generava un sano e amichevole confronto, ben lontano dalle sterili polemiche e litigate che vediamo oggi su facebook’
Massimo Carrano
Per un consumatore belga che a stento sa scolare la pasta, poco importa se la condirà con del reggiano d.o.p. O con un surrogato tedesco. Intorno ad un braciere gli italiani non sanno scegliere tra una salsa barbecue preparata con il jack Daniel’s ed una aromatizzata sinteticamente. Un americano che i tenda togliersi lo sfizio di un limoncello difficilmente saprà distinguere tra uno fatto con le scorze di limone di Amalfi ed uno preparato a Campobasso con essenze di ignota provenienza.
Il commercio, tutto il commercio, è dilaniato dalla necessità dei grandi numeri e dalla sempre minore richiesta di qualità da parte dei consumatori.
Accade anche per il mercato degli strumenti musicali dove, dopo anni di regime di spaparanzato monopolio da parte di una oligarchia gestita da distributori senza cultura e da negozianti tutto fumo, non ha trovato il modo di elaborare una strategia di sopravvivenza da opporre ai colossi della consegna a domicilio.
Ci sarebbe stato il tempo, ad esempio, di trasformare, istruendole, le figure dei rappresentanti invece niente: si tratta ancora di gente con la parlantina da venditore ambulante di biancheria per anziani, grandi girovaghi che, in massima parte, non sanno quasi un cazzo della “merce” che vendono.
E i commessi? Occorre scegliere tra pochi negozi sparsi sul suolo nazionale, per trovare una competenza che sappia almeno integrare se non combattere, il pessimo fai da te informativo che gli utenti inebetiti racimolano su iutúb.
Ci sarebbe stato il tempo per dare una distribuzione alla liuteria artigianale, ai piccoli inventori, e a quelle innovazioni che per gli altri sono un investimento e per i nostri commercianti solo un rischio.
Faccio un esempio e mi taccio. Sono un professionista, ho sessantacinque anni,suono da più di quaranta vado per negozi cercando un sistema di trigger e centralina della Sunhouse.inc, che costa tra i 500 ed i 1250 euro. Niente: dovrò comprarlo da thomann senza provarlo e senza ricevere informazioni che integrino quelle del fabbricante. E sia!
Però non vi lamentate quando dovrete cambiare la stigliatura dei negozi per fare posto alla vostra nuova attività di pizza al taglio
Diego Carrubba
(Noom)
Ho quasi sempre acquistato in negozio, nonostante sia nato nel 2000 e l’approccio con il mondo di Internet mi è estremamente familiare. Generalmente tendo ad acquistare in negozio perchè nei negozi posso provare i prodotti; è pur vero che con le attuale politiche di reso dei grandi colossi del mercato on-line si può anche acquistare, provare e rimandare indietro, ma alla fine è uno sforzo in più rispetto ad entrare in negozio, provare e poi comprare. Certo il vantaggio di Internet e di siti come Thomann è la scelta sconfinata, anche se non è sempre così : ad esempio per quanto riguarda i piatti, il mio marchio preferito è Ufip, marchio che ad esempio su Thomann non c’è.
Altro punto fondamentale per me è il poter chiedere consiglio a chi mi trovo davanti e spesso confrontandomi ho capito che magari se non avessi riflettuto, avrei fatto acquisti impulsivi di cui magari mi sarei pentito o che quello che ho magari aveva solo bisogno di qualche piccola modifica.
Perciò per tutti questi motivi il negozio di musica è ancora molto importante e non è sostituibile da siti on-line, e questo concetto lo applico anche alla scelta di cose piccole come le bacchette dove è sempre bene controllare quale si prendono
Gianluca “Cataboom” Catalani
(Aborym)
“La risposta potrebbe essere molto semplice e concisa: “Si, se non si è in grado di adeguarsi ai tempi”
Ho memoria di negozi molto grandi e conosciuti nei quali il personale si dimostra estremamente poco professionale (e cordiale) con il cliente, roba che se avessi avuto io lo stesso comportamento nel luogo dove lavoro sarei stato licenziato nel giro di mezzora, eppure sono ancora in attività. Dall’altra ho memoria di piccoli negozi, magari specializzati, con personale estremamente competente e professionale che non ha sopravvissuto all’anno di attività. Questo per dire che secondo me non c’è una ricetta per sopravvivere ai tempi. I fattori in gioco sono molteplici : la posizione geografica, personale cordiale e professionale, l’adeguamento alle nuove piattaforme di ecommerce, capacità di fidelizzazione e propensione al rapporto con il cliente e via dicendo.
Tuttavia cinicamente credo che i negozi di strumenti musicali tenderanno a sparire completamente, questo perché i tempi sono cambiati : internet ha preso il sopravvento, la gente preferisce di gran lunga stare davanti ad un monitor, vedere cosa gli serve, magari leggere dei forum per trovare consigli sull’acquisto, ricaricare la carta di credito e nel giro di due giorni la merce viene recapitata sul pianerottolo di casa. Come si fa a competere con un sistema simile?… se poi ci metti che l’alternativa è farsi 40 min di traffico per arrivare in un negozio, non trovare quello che cerchi e magari incappare in un negoziante che ti guarda dal basso verso l’alto facendoti anche battute fuori luogo. Sembra quasi sia competenza fondamentale da mettere nei loro CV”
“Domanda complicata perché a parer mio abbraccia molte altre domande:
– i negozi di strumenti musicali stanno effettivamente facendo qualcosa per rimanere a galla?�- i ragazzi apprezzano ancora il vero venditore che sa consigliare?�- dietro al bancone, in quanti lavorano con passione e soprattutto capacità e conoscenza?� �Se a una domanda non si risponde con altre domande, qui ce ne sarebbero ancora molte da porre e l’unica cosa che posso fare è semplicemente un breve racconto di quello che è la mia esperienza diretta, ma prima premetto che sono un sostenitore dei negozi… alla vecchia maniera:�Ero poco più che un bambino quando ho iniziato a girare per negozi e ringrazio il caso che mi ha fatto conoscere il commesso che lavorava in un importante negozio di strumenti musicali… ecco, come succede spesso: parlando, un caffè, un consiglio, è diventato col tempo un amico e un punto di riferimento per i miei acquisti e non solo… mi ha visto crescere. Perché?�Perché ne sapeva e ne sa molto più di me… e questo è un “sapere” che una pagina internet, un video modificato (o fatto molto male) su youtube, un consiglio di uno sconosciuto, non potranno mai sostituire. Devo molto a questi rapporti “vissuti” e non “digitati”.�� I NEGOZI DI STRUMENTI MUSICALI SONO DESTINATI ALL’ESTINZIONE? �Spero con tutto il cuore che la risposta del futuro sarà negativa…�Ma cosa vedo realmente (da esterno e semplice cliente)?�Vedo tanta fatica, tanto malcontento di negozi anche storici, anche gestiti da persone che cercano di cambiare qualcosa, anche preparati… si sa, la rivoluzione si fa in gruppo… e il gruppo mi sembra molto orientato alla comodità casalinga del click e delle ricariche Postepay.��Arrivando alla conclusione del mio pensiero:�Personalmente spero che i negozi di strumenti musicali non finiscano nel dimenticatoio costringendo i nostalgici come me a raccontare in un futuro ai bambini com’era bello entrare in un posto pieno di strumenti e passare un pomeriggio in compagnia… ne uscivi anche con delle conoscenze in più… INCREDIBILE!�Ma dovessi commentare ciò che vedo… è la classica situazione tragica quasi post apocalittica…”
“Non credo siano destinati all’estinzione ma credo invece che alcuni negozi online detengano il monopolio dei prezzi almeno in europa e che quindi tutto il mercato si basa su una lotta continua al prezzo o allo sconto più competitivo quindi il negozio deve essere sempre concorrenziale ed attento a questo mercato.
Credo che il mercato online sia ormai d’obbligo per un negoziante per trovarsi il suo spazio, bisogna anche considerare che certi negozi scelgono di specializzarsi sulla vendita di prodotti di fascia medio-bassa (strumenti per iniziare) e che quindi sul territorio riescono a trovarsi una modesta fetta di mercato per sopravvivere.
In questo mercato impazzito sicuramente i negozi rischiano, ma i distributori allora che ruolo hanno? Non rischiano anche loro? “
Elia De Benedictis
(RBSN, Open letter, Morioh Sonder)
E’ evidente che non se la stanno passando bene, diversi hanno ristretto lo spazio commerciale. Credo che la situazione economica in Italia e la concorrenza con i negozi online non aiutino il mantenimento di un negozio di strumenti musicali. Allo stesso tempo esiste anche il mercato dell’usato ed esistono brand di strumenti che provvedono alla vendita autonomamente. Il tutto grazie al contributo di internet. È vero comunque che i musicisti non mancano e rimane sempre il bisogno di provare uno strumento prima di comprarlo, anche se poi non sempre lo compri, ma questo è dovuto ad altri problemi.. A Berlino (città dove risiedo e suono da diversi mesi) faccio riferimento alla grande catena di negozi musicali Just Music. Il negozio è strutturato su 5 piani , un piano per le percussioni, uno per le tastiere, uno per l’audio equipment ecc. .con un Bar roof-top con grande sala annessa disponibile per eventi (Masterclass per esempio). Inoltre l’azienda e’ produttrice di vari strumenti. Dietro un’azienda del genere c’e’ sicuramente un grande investimento, e la situazione e’ diversa, cio’ gli permette di offrire un bel numero di servizi e strumenti. Non c’e’ pero’ nessun articolo usato in vendita e il laboratorio di riparazione non provvede nessun servizio per strumenti non appartenenti alla garanzia del negozio. Sono presenti in citta’ anche negozi piu’ piccoli e specifici ( strumenti arabi a corde, percussioni etniche, chitarre vintage ecc.) C’e’ n’e’ uno che e’ anche tabaccaio…
“Purtroppo i piccoli negozi sono estinti già da qualche anno. Rimangono i grandi negozi che alla vendita al dettaglio tradizionale, da tempo affiancano la vendita online e hanno convertito sempre di più il loro ruolo da semplice negozio a centro di divulgazione didattico con l’organizzazione di clinics e masterclass. A questo proposito penso che queste attività incentivate dalle distribuzioni e dai grandi marchi, seppur siano pur sempre attività commerciali, diano la possibilità di divulgare o permettere di sentire e conoscere live e non da dietro uno schermo il proprio beniamino; tutto questo penso che sia una cosa positiva e su quale il negozio “tradizionale” debba puntare.
Di contro, i “giganti” della vendita online negli ultimi 5 anni hanno avuto una crescita esponenziale e competere diventa veramente difficile; io stesso, che non sono supportato da nessun marchio, se ho delle esigenze a brevissimo termine e specifiche -non parlo di due paia di bacchette 5a o una pelle da tamburo l’anno- uso il mercato online per soddisfare le mie richieste (che in un contesto artistico sono mutevoli nell’immediato). Per concludere: spero che i negozi non si estinguano, non solo quelli musicali, posso sicuramente consigliare, da utente, una maggiore diversificazione dell’offerta del prodotto e potenziare il settore didattico-divulgativo”.
Beh, la situazione dei negozi è davvero molto tragica e questo mi rattrista anche parecchio. Senza voler far menzione di alcun negozio, dal 1986 ho visto l’evoluzione dei negozi. Dapprima da luogo dove i musicisti s’incontravano per incontrarsi e suonare gli strumenti, i quali venivano spessi comprati. Successivamente sono diventati luoghi dove i musicisti si vedevano, ma non acquistavano. Subito dopo con le regole sul rumore ed altre problematiche, sono diventati posti dove i musicisti andavano a vedere gli strumenti senza suonarli, almeno questo per quanto riguarda la batteria. Quindi questo corto circuito ha generato una sorta di sub razza di musicisti che non si espongono nel suonare altrimenti sarebbero soggetti a delle critiche. Per inciso, le critiche ci sono sempre state, ma una volta queste critiche avvenivano scherzandoci goliardicamente sù come mi capitava con Gegè Munari quando ci vedevamo a Quadro Musicale. Insomma ci si prendeva un po tutti in giro sulle proprie particolarità, era una cosa bonaria, si respirava quasi quell’aria tipo quella dei paesi di provincia dove ci si conosce da così tanto tempo che ci si prende in giro appena ci si vede, una forma di affetto. Adesso se solo ci si azzarda a fare mezza critica, si solleva un polverone che non finisce mai.
Tornando ai negozi, ai giorni d’oggi con la possibilità dell’acquisto on-line e con una mancanza di fiducia nelle proprie capacità di scelta spesso si genera un ulteriore corto circuito dove gli strumenti pubblicizzati da un batterista piuttosto che un altro, diventano dibattito per schierarsi quasi fossero tifoserie di calcio e non si trattasse di musica. Ovviamente le aziende hanno ben capito questo meccanismo ed ovviamente premiano gli artisti che fanno vendere di più, non quelli più meritevoli in termini musicali. A sua volta questo ha portato ad un progressivo disinteresse verso lo studio ed ecco che anche la richiesta non è più come prima.
Quindi un batterista se ha una mente che si è fatta corrompere da questo meccanismo, acquista solo quello che gli viene detto di acquistare e lo esige subito. Ma per intenderci questo non accade solo con la musica, ma anche con i dischi, film, libri e altre forme di commercio dell’arte.
Tutta questa mia dettagliata analisi è per testimoniare che il concetto per cui il negozio stia morendo è dato da un sistema globale che premia la popolarità anzichè il merito. Per concludere c’è una strada che varrebbe la pena percorrere per risollevare questa situazione : nel nostro piccolo dovremmo dare a chi ci circonda la possibilità di dare una valutazione non popolare; non dovremmo mai smettere di ricercare e studiare, e sopratutto dovremmo continuare ad ampliare la nostra sfera d’interessi -anche fuori dalla musica. Ecco allora che diventa automatico non andare più appresso all’omologazione della moda e alla frenesia che essa impone
Alessandro Gramegna
(Hazan, Gewa sales and marketing manager drums and percussions)
“Assolutamente no. A patto che sappiano cambiare ed adeguarsi alle nuove dinamiche ed esigenze del mercato. Il grande Store generalista è quello che sicuramente ha sofferto di più la competizione dell’online, sia per quanto riguarda i prezzi, ma soprattutto le disponibilità. Competere con certi giganti dell’online è diventato impossibile, occorre quindi cambiare completamente strategia e crearsi canali diversi, dove l’online non può arrivare.
In primis bisogna specializzarsi, non si può essere competenti e competitivi su tutto. Bisogna scegliere una categoria di strumento ben precisa e lavorare con pochi ed affidabili fornitori, in modo da offrire una scelta di strumenti e servizi mirata e di qualità. Meglio “colpire” una nicchia di mercato in modo efficace, piuttosto che avere un ampio bacino di utenza generalista e non “educata” allo strumento musicale e più in generale alla musica. Se cerco una batteria in negozio, voglio trovare un’ampia esposizione, possibilmente con “chicche” che l’online non può offrire, ad esempio strumenti Custom o Vintage, e voglio poter provare e suonare lo strumento. Mi aspetto di essere consigliato in modo competente sia che sia un principiante o il nerd di batteria più accanito.
Voglio trovare servizi di assistenza, riparazione, restauro. Voglio poter assistere a clinic e masterclass e magari usufruire anche di un circuito didattico con sale prova, lezioni, ecc.
Tutte queste cose, orientate ad un solo tipo di strumento, possono fare la differenza e sono un valore aggiunto che l’online non potrà mai dare.
In sostanza, è meglio non fare guerre per le quali non si hanno le armi, ma cambiare completamente strada ed offrire un servizio eccellente ed altamente specializzato, per una clientela fidelizzata ed esigente. Non è semplice ma credo sia la strada giusta”.
La musica sta diventando sempre di più una “cosa” per ricchi, ecco come spiego la crisi dei negozi di strumenti musicali, ecco perché alcuni negozi chiudono altri rimangono aperti solo perché molto probabilmente possono permetterselo al momento.
Non me ne intendo molto e non so se il mio pensiero, anche confuso, possa dare qualche delucidazione.
Il rapporto con il commerciante è quanto di più sacro possa esistere al mondo, avere una persona che consiglia e segue nell’acquisto. Il rapporto umano è fondamentale e questo lo stiamo perdendo e purtroppo, a quanto pare, lo perderemo sempre di più.
La vendita online sta distruggendo tutto ed il vero segreto è riuscire a trovare un modo per controllare la situazione ma purtroppo fattori come la crisi, l’economia che non gira più come una volta non rendono la vita facile a nessuno, compreso l’utente che vorrebbe acquistare una cosa e cerca il prezzo più basso perché altrimenti non potrebbe permettersela.
“Credo che il commercio on-line avrà la meglio nel lungo termine. Ha grossi vantaggi in termini di comodità . Il grande svantaggio è l’impatto ambientale legato al “packing”…ma è vero anche che, ricevendo il prodotto a casa, risparmi sul mezzo personale. Parallelamente crescono e crescerà il numero e la qualità degli artigiani…ed anche questa è un’ottima cosa”
Se, come dovrebbe essere, valutiamo i negozi musicali come esercizi commerciali, non sarebbero esonerati dalle stesse difficoltà che le medie piccole aziende di ogni settore riscontrano. Le grandi catene o i maxi store riescono ad essere più competenti sul mercato abbattendo dei costi che invece sono fatali per negozi più piccoli. Conosciamo tutti Thomann, Musicstore. Qui in Olanda c’è anche Bax-Shop. Sono tutte realtà grandissime e super affermate che non accennano ad avere gli stessi problemi del cosiddetto “negozio di quartiere”.
I negozi di musica qui non sono troppo diversi dai nostri, ma una caratteristica che ho notato con piacere e che sicuramente fa la differenza è l’allargamento di possibilità. Spesso vengono organizzati eventi, clinics, open days e tutto quanto utile a creare un punto di ritrovo, di confronto, dove ci si reca per confrontarsi e prendere ispirazione. E non vengono organizzati una tantum giusto per sfruttare il passaggio di un musicista in tour, ma in maniera regolare. Ciò crea una routine, un’aspettativa che in qualche modo fidelizza il cliente.
Al netto di differenze fiscali in cui non sono competente, una caratteristica che a mio avviso traccia il confine tra i negozi che vanno più o meno bene è la massiccia presenza online. I giovani che si avvicinano alla musica sono più abituati delle vecchie generazioni a fare acquisti su internet. Di fatto con gli acquisti online si possono abbattere costi che abbassano il prezzo finale. Le policy di reso diventano sempre più semplici. Il tutto rende l’acquisto apparentemente più facile ed allettante. Tutti i negozi che conosco che affiancano una importante attività di vendita online a quella fisica, godono ancora di ottima salute. Anzi, a volte sono rinati o hanno aumentato la loro autorevolezza.
“Per quanto io sia un frequentatore affezionato di molti negozi di strumenti musicali penso che, per come si sta sviluppando il mercato, ci siano sempre meno possibilità per i negozi tradizionali di sopravvivere. La maggior parte dei musicisti li frequenta per provare marchi e modelli di strumenti, farsi un’idea, per poi ordinare online lo stesso prodotto perché più vantaggioso a livello di prezzo. Alla stessa maniera sono destinati ad esaurirsi gli importatori dei marchi, andrà a finire che il produttore venderà direttamente al cliente, senza intermediari e ricarichi. È molto facile farsi arrivare tutto a casa, in poco tempo, comodamente, scegliere tra tutti i prodotti esistenti senza doversi limitare alla fornitura di un negozio specifico. Sopravviveranno forse realtà molto grosse, con un’ampia scelta, megastore molto forniti, che soddisfano la curiosità di molto musicisti e la cui visita è anche come momento di svago e divertimento, magari di sabato pomeriggio.”
Francesco Merenda
(Rosario Giuliani, Danilo Rea, Paolo Damiani)
“Personalmente credo che la situazione nella quale si trovano i negozi di strumenti musicali sia “quasi” la stessa degli altri esercizi commerciali.
Scrivo “quasi” per due ragioni : 1) perchè la musica e gli strumenti stanno perdendo valore culturale purtroppo, e questo ovviamente credo che si ripercuota sul mercato. 2) perchè uno strumento musicale si compra non spesso, e perciò ci acquista cerca le soluzioni migliori per risparmiare, contrariamente ad un oggetto che si acquista con più leggerezza diciamo.
Per quanto mi riguarda, mi piace molto avere un negozio di riferimento, andare a provare gli strumenti (SENZA EESAGERARE!), chiedere informazioni a chi lavora, o cercare consigli..
Con questo non voglio dire che non ci sia comodità e/o risparmio sugli acquisti online…anzi, ne ho fatti svariati e devo ammettere che c’è stata una grandissima convenienza, senza perdere nulla dal punto di vista della qualità.
Mi dispiace dover dire che il mondo sta andando verso una direzione che punta al risparmio ed alla logistica piuttosto che alla poesia…ma in effetti un po’ sembra questo.
Forse ognuno dovrebbe cercare nel proprio piccolo di mantenere intatti i rapporti “umani” che ci possono essere dietro l’acquistare una pelle o un paio di bacchette, considerando poi che il venditore intelligente ci tiene alla “fidelizzazione” del cliente, e da lì una certa convenienza arriva”
Flavio Nobili
(Negozio Dream Music Studio)
“Sono amareggiato. Amareggiato e deluso per come si sono evolute le cose negli ultimi anni. Ogni anno mi chiedo se ne valga ancora la pena e proprio quest’anno ho deciso che devo prendere una decisione definitiva sul proseguo della mia attività di negozio. Cinicamente penso che tutto il malessere in cui versano i negozi sia però tutto meritato e anzi che alla fine, se la siano pure cercata. In tempi non sospetti, quando iniziai, nel mio piccolo cercavo di dire a tutti di non farci la guerra, ma di stabilire un clima più pacato e sereno perchè sapevo benissimo che altrimenti la situazione sarebbe facilmente degenerata. Invece i negozianti se ne sono fregati ed ognuno ha inseguito il proprio egoismo e difatti tutto il mercato è andato sempre via via peggiorando, con una guerra dei prezzi che ha portato sia noi negozi che gli importatori a guadagnare talmente poco da non giustificare neanche i danni che tutti questi trasporti causano all’ambiente. E’ un sistema malato, è un sistema totalmente folle e fuori controllo. E’ tutta colpa dei negozianti, tutti, nessuno escluso, che hanno iniziato una crociata contro Thomann, una crociata per la quale nessuno era adeguatamente equipaggiato. Il miraggio di Thomann, la voglia di emularlo è stata la chiave di questa disfatta totale del mercato. E’ un peccato perchè penso che la figura del negoziante rappresenti ancora un qualcosa di estremamente importante e formativo per molti.
Qua a Roma ripongo molta speranza sull’operato di Claudio La Greca che si sta muovendo animato da una grande passione e spero che questa lo ripaghi. I giovani di oggi sono molto disincentivati al rapporto del negozio, il più delle volte si accontentano di una conoscenza molto superficiale. Ora tutti siamo connessi e gli smartphone stanno dichiarando la fine di un mondo.”
Guillame F. Rochat
(Ludwig Drums – direttore vendite Europa, Africa e Medio Oriente)
“I negozi di strumenti musicali stanno scomparendo? No. Io vedo anzi che i negozi di strumenti stanno cominciando pian piano a lavorare di piú rispetto al passato recente; a discapito del business online.
I negozi online sono entrati nel mercato come dei carri armati e hanno creato una situazione per cui i negozianti “deboli” sono stati gradualmente resi obsoleti. Non che io condivida necessariamente le dinamiche dell’andamento del mercato musicale ma alla fine chi non si modernizza oggi giorno fa fatica. Io vedo un trend, ancora alquanto “soft” ma in graduale ascesa, per il quale il consumatore sta cominciando nuovamente a recarsi al negozio fisico piuttosto che comprare online.
L’online esiste e sará sempre presente, peró chi é risucito a rimanere al passo dei tempi rendendosi comunque interessante grazie all’offerta ed al servizio ha molte chance di sopravvivere. Chi invece non ha guardato oltre la porta del proprio negozio scomparirá. É un pó come la selezione naturale di Darwin. D’altronde in giro per l’Europa c’erano comunque troppi negozi; spesso di musicisti o insegnanti improvvisatisi “Business man/woman” ma che di commerciale avevano poco.
Un’altra chiave del successo é la specializzazione. Continueranno ad esserci gli specialisti (percussione, fiati ecc) mentre i “generalisti” faranno piú fatica dato che avranno un poco di tutto (facile da trovare su Internet) ma non necessariamente un’offerta specifica che magari online quasi non si vende.
La risposta quindi è definitavmente no. I negozi non spariranno. Semplicemente cambieranno“.
Riccardo Ruiu
(Dear Jack, Ds Drums – social media manager & artist manager )
“A mio avviso c’è bisogno di un profondo rinnovamento nelle tecniche di vendita e di comunicazione ma non penso esista un vero e proprio rischio di estinzione dei negozi di strumenti musicali. Sicuramente diventa fondamentale strizzare l’occhio ai negozi online senza dimenticare che il contatto umano resta comunque un valore aggiunto impagabile.”
Raphael Saini
(Cripple Bastards)
I negozi musicali, stanno passando un momento di transizione, questo è certo… credo però che la maggiore concorrenza faccia si che solo i migliori vadano avanti. Vedo negozi che hanno sempre trattato i clienti a “pesci in faccia” chiudere mentre negozi che hanno sempre trattato il cliente bene continuare a vendere e addirittura crescere. Mi permetto 2 aneddoti: Non molto tempo fa c’era il commesso di un negozio Italiano che usava facebook per schernire clienti appena usciti dal negozio che magari avevano fatto qualche domanda strana: il classico zio che va a comprare un regalo per il nipote e ovviamente non sa esattamente costa sta cercando. Questo commesso pubblicamente si divertiva a prenderli in giro con grasse risate da parte di altre persone tra cui il proprietario del negozio: indovina che fine ha fatto questo negozio? Ha chiuso. Secondo aneddoto: Una volta sono andato da Ringo Music per prendere in prestito una batteria per un videoclip e pur essendo endorser della TAMA…me la sono comprata! (Una bellissima Tama Rockstar nera degli anni 90). Che fine ha fatto Ringomusic? Continua a vendere alla grande non solo online. Questi 2 esempi credo siano sufficienti per riflettere un pochino
Per ciò che mi sembra essere un pensiero comune a molte persone con le quali ho parlato a proposito del confronto tra negozi fisici e on-line, non credo che i negozi moriranno mai o spariranno dal mercato. Il musicista ha sempre bisogno di capire con mano e confrontarsi sui prodotti che acquista. Sicuramente molti sfruttano i negozi soltanto come paragone e banco di prova, per poi buttarsi alla ricerca dell’offertona online, ma allo stesso tempo ci sono anche tante altre persone che tengono sia alla sopravvivenza dei negozi di musica, sia all’acquisto di strumenti provati ed esaminati “sul posto”. Penso che le due cose possano convivere benissimo.
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