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Andrea Centazzo, l’uomo che suonava le stelle

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Da anni residente a Los Angeles, Andrea Centazzo rappresenta un motivo di vanto della cultura italiana nel mondo.

Un innovatore dello strumento, tra i primi ad aver portato in Europa un modo nuovo d’intendere la musica e la percussione. Il musicista udinese ha condotto una carriera che lo ha visto proporsi artisticamente sotto molteplici vesti. E’ stato batterista jazz per Giorgio Gaslini, artista multimediale, compositore di opere teatrali, colonne sonore e composizioni orchestrali, produttore discografico e video. 

Biografia

Premi ricevuti

Intervista a Andrea Centazzo

Per me è un grandissimo onore avere a disposizione per qualche domanda uno dei massimi protagonisti dell’avanguardia in Italia e nel mondo. Da diversi anni attivo negli Stati Uniti. Ho il piacere di poter intervistare il Maestro Andrea Centazzo

Grazie, piacere mio

Oggi è anche una giornata particolare perchè è il 21 dicembre e sarebbe stato il 79° compleanno di Frank Zappa. Un autore geniale e che ha scritto alcune delle pagine più importanti nella storia della musica. Un suo aforisma che mi ha sempre colpito è “Non si può essere progresso senza strappi alla norma”, essendo lei uno dei massimi esponenti …

… di strappi (risate)

… uno dei massimi esponenti dell’avanguardia, volevo chiedere qual’è la sua definizione di avanguardia e cos’è per Lei il progresso e come lo ricerca

Come è iniziata la tua carriera ?

Hai nominato il tuo rapporto con la Ufip. Puoi raccontarmi come si articolò la tua collaborazione ?

Come mai successivamente hai iniziato a collaborare con Paiste (collaborazione che dura tutt’ora) ?

Un personaggio molto importante per la tua storia artistica è stato Remo Belli. Puoi raccontarmi il tuo rapporto con lui ?

Ad un certo nella storia della musica, la percussione free e l’avanguardia sembravano che stesse per imporsi a livello discografico e avere una sorta di exploit, mentre poi in realtà non è mai esplosa del tutto a differenza di altri generi che avevano una comune radice avanguardistica. Come mai questo non è successo o se è solo una percezione che abbiamo in Europa ?

Come nel caso del tuo viaggio in Svizzera o negli States, piuttosto che nei vari tour, mi parlavi dell’importanza del viaggio all’interno della tua carriera. Oggi il viaggio è stato sostituito da varie piattaforme online che hanno reso tutto più a portata di mano senza dover obbligatoriamente viaggiare. Qual’è la tua opinione in tal senso ?

Secondo te questo discorso è più accentuato in Europa oppure anche negli States ?

Mi nominavi la tua etichetta “Ictus Records”. Ora come ora, il futuro è sempre più votato verso l’autoproduzione, vista anche la progressiva scomparsa delle case discografiche e cambiamento delle modalità di acquisto della musica. Tutto ciò a tuo dire aumenta le idee oppure foraggia un sentimento di competizione ?

Tra l’altro proprio per quanto riguarda quegli anni, stranamente l’Italia con la sua scuola di jazz era molto avanti, specialmente in Europa.

Nel tuo set comprendi strumenti acustici ed elettronici. Come fai dialogare questi mondi ? 

A proposito d’improvvisazione e composizione. Due approcci molto differenti, come convivono nella sua musica ?

I tuoi inizi vengono da altre situazioni musicali. Ho letto che hai iniziato suonando cover dei Beatles, per poi approdare ad un nuovo modo d’intendere la musica. Come hai iniziato a sviluppare questo modo particolare ? E’ stato il tuo viaggio in Svizzera ? 

Un consiglio a chi si avvicina alla sperimentaizone oggi ?

Lasciate perdere (risate)

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