Lo yangqin è un dulcimer tipico della Cina, anche se con ogni probabilità deriva dal santur iraniano. Caratteristica è la sua forma trapezoidale. Può essere con due battenti, ma talvolta viene suonato anche pizzicandolo con le dita.
Diffusione e origini dello yangqin
Molto popolari in Cina, ma da diversi anni si è soliti trovarli anche in Europa orientale, Medio Oriente, India, Iran e Pakistan. Gli strumenti sono talvolta noti anche con i nomi “santoor” e “cymbalom“. Questo strumento ha influenzato lo strumento classico thailandese, noto come Khim (ขิม).
I khim tailandesi e cambogiani sono quasi identici nella loro costruzione, essendo stati introdotti in quelle nazioni da musicisti della Cina meridionale.

L’influenza del santur iraniano ha dato origine a diverse ipotesi sull’arrivo dello strumento in Cina. In molti ne accreditano l’arrivo via terra, lungo la Via della seta, mentre altri pensano che lo strumento sia approdato via mare presso il porto di Guangzhou. A suffragio delle teorie troviamo l’utilizzo della seta nei primi yangqin (teoria via terra) e la rapida diffusione nella zona attorno al porto (teoria via mare).
Com’è fatto lo yangqin
Tradizionalmente lo yangqin è dotato di corde di bronzo (sebbene gli strumenti a corda cinesi più vecchi usassero corde di seta) che ne conferisce allo strumento un timbro morbido. Uno strumento simile allo yangqin con le corde in seta è il hudie qin (蝴蝶 琴, lit. “farfalla cetra”), diffuso particolarmente nella regione di Shanghai -dove talvolta è noto come Jiangnan sizhu- nonché in alcuni gruppi musicali cantonesi.
Tuttavia, dagli anni ’50 sono divenuti molto più popolari gli strumenti con corde in lega di acciaio (in combinazione con corde di acciaio avvolte in rame per le note più basse), al fine di dare allo strumento un tono più luminoso e più forte, oltre che più economico.
Lo yangqin moderno di solito ha 144 corde in totale, con ogni intonazione che corre in rotta, con un massimo di 5 stringhe per rotta, per aumentare il volume. Le corde sono di vari spessori e sono legate ad un’estremità da viti e dall’altra con pioli che ne permettono l’accordatura.
Gli strumenti tradizionali, con tre o più percorsi di ponti, sono ancora ampiamente utilizzati. Le corde dello strumento sono colpite da due leggeri battitori di bambù (noti anche come martelli) con punte di gomma.
Un musicista professionista porta spesso diversi set di battenti, ognuno dei quali disegna un tono leggermente diverso dallo strumento, proprio come le bacchette dei percussionisti occidentali.