“A quei tempi non c’erano i telefonini o apparecchi che potevano dirti se qualcuno ti aveva cercato, perciò se aspettavi una telefonata importante dovevi stare attaccato al telefono.
Ero venuto a sapere che Frank Zappa stava cambiando la sua formazione ed era alla ricerca di nuovi musicisti. Adoravo la sua musica e speravo di poter venir provinato. Poi quella chiamata arrivò:
“Mr Zappa vuole ascoltarti martedì sera per un’audizione presso il Culver City Studio alle 7 in punto”
E senza che potessi dire altro, riattaccò.
Il giorno stabilito erano fissate le audizioni per diversi strumenti. Stavamo tutti in questo enorme studio che assomigliava ad un hangar per aerei. Ero lì ed assistevo alle varie audizioni. Frank era veramente brutale.
Un ragazzo stava suonando la chitarra e dopo 15 secondi, Frank prese il microfono e disse “Il prossimo”. E questa scena si ripeté diverse volte. Eravamo tutti come militari al fronte pronti per essere fucilati.
Arrivò il mio momento. Era montata la batteria di Terry Bozzio: una Gretsch nera con la doppia cassa. Io non avevo mai suonato la doppia cassa. Mi ricordo che pensai come stessi per andare in apnea.
C’era una lunga lista di abilità che sarebbero state testate. Tra le varie c’era accompagnare un solo in 19/16, accompagnare in 21/8 e varie cose su questa tipologia. Suonammo tutto quanto, poi Frank volle testare la mia lettura e tirò fuori la Black Page. La suonai a memoria. Frank esclamò
“Ok, sai leggere, avanti il prossimo”.
Subito dopo mi prese da parte a lato del palco
“Sarei sorpreso se oggi qualcuno facesse meglio di te, ma per rispetto delle altre persone devo ascoltarli tutti. Siediti là e aspetta fino alla fine”.
La sera stessa mi portò a casa e mi presentò alla sua famiglia come il suo nuovo batterista”.