Di certo John Henry “Bonzo” Bonham (Redditch, 31 maggio 1948 – Windsor, 25 settembre 1980), può essere annoverato in una cerchia molto ristretta di batteristi che hanno cambiato il modo di suonare il nostro strumento.
Prima di lui erano in pochi a trasmettere una grande dose di foga nella propria esibizione. Ancor meno erano quelli che riuscivano a farlo sul versante rock senza perdere di concentrazione il proprio timing. John Bonham è stato probabilmente il primo a portare un groove granitico, inscalfibile, potente e deciso, che sapesse colpirti come un cazzotto ben assestato in pieno petto.
Indice
Storia di John Bonham
1948
Infanzia e gli inizi
I suoi idoli erano i batteristi delle grandi orchestre jazz dell’epoca. Più avanti come vedremo giocheranno un ruolo importante per il suo sound : i suoi idoli erano Buddy Rich e Gene Krupa. Le big band jazz erano gli ascolti preferiti dai genitori e non passava giorno in cui John non accompagnasse i tentativi maldestri dei genitori di cantare come Frank Sinatra o imitare i fiati dell’orchestra di Glenn Miller o Tommy Dorsey. A 10 anni sua madre Joan gli regalò il suo primo rullante, mentre deve aspettare altri 5 anni affinchè suo padre gli regalò un drum kit. Bonham descrisse questo kit come “preistorico” e “pieno di ruggine”. Bonham era autodidatta, non prese mai nessuna lezione di batteria. Agli inizi si limitò a chiedere consiglio ad altri batteristi della sua città. Il suo primo gruppo fù il Blue Star Trio (un gruppo creato con amici di scuola) dove suonò tra 1962-1963 ed i Gerry Levene & the Avengers. Nel 1964 terminata la scuola andò a lavorare con suo padre come falegname apprendista e suonava in varie band locali. Il primo ingaggio serio e degno di nota, arrivò proprio nel 1964 quanto Bonham entrò a far parte di una band semi-professionale chiamata Terry Webb and the Spiders. In quello stesso annoincontrò la sua futura moglie Pat Phillips. Entrò a fare parte anche di altre band come The Nicky James Movement e The Senators (che ebbe anche un discreto successo col singolo She’s a Mod). La batteria lo impegnava a tempo pieno. Tra le numerosissime band con le quali collaborava, iniziò a suonare anche con i Crawling King Snakes, con un giovane Robert Plant al microfono. Bonzo e Plant divennero amici e non persero i contatti anche dopo che la band si sciolse, così nel 1968 venne invitato nella nuova band di Plant chiamata Band Of Joy e lui accettò.
1966
Le prime difficoltà
Nel 1966, quando John aveva 18 anni, la sua ragazza, Pat, rimase incinta ed andò a vivere con lei in una roulotte. Gli promise avrebbe smesso di suonare la batteria per cercarsi un lavoro. Effettivamente trovò un lavoro ed iniziò a smettere di fumare pur di arrivare a sbarcare il lunario, ma comunque continuò a dedicarsi anima e corpo, con caparbietà quasi maniacale, al culto delle percussioni e alla personale idea di sound che andava ricercando.
Inizio 1968
La svolta … ma non subito
Tra i fan del groove mostrato dal batterista dei Band of Joy c’è anche Tim Rose, un cantautore americano con all’attivo diversi dischi. Nel gruppo di supporto al cantautore, il batterista è Aysley Dunbar, ma purtroppo non può partecipare a quel tour e così Tim Rose propone il posto a quel giovane che aveva ascoltato con i Band of Joy. Bonham accetta un tour (furono circa una ventina di date) con Tim Rose che lo porta a suonare in diversi club inglesi, tra cui anche un pub di Oxford. Tra il pubblico presente in quel pub di Oxford c’è anche l’amico Plant. I due non si vedono da 3 mesi e Plant è andato là perchè vuole raccontargli di Jimmy Page che vuole fondare i New Yardbirds, dopo che il gruppo originario si era sciolto nonostante fosse in programma un tour nei Paesi Scandinavi. Amico mio, devi venire anche tu negli New Yardbirds Così gli disse quella sera Robert Plant. Sulle prime Bonham rinunciò. L’ingaggio con Tim Rose è ben pagato (40 sterline alla settimana) ed è il massimo a cui era mai arrivato a percepire, e poi non stava troppo tempo lontano da casa e dal piccolo Jason Bonham che aveva 2 anni. Il nome di Bonham era sempre nell’aria. Page aveva dapprima contattato Keith Moon, ma i troppi impegni con gli Who lo fecero desistere dal sedersi sullo sgabello degli New Yardbirds. Il 31 luglio 1968 Page andò al Country Club di Londra, dove quella sera si esibiva Tim Rose con John Bonham alla batteria. Rimase di sasso nell’ascoltare quel batterista. Non era il suono che stava cercando, ma capì da subito che quel suono sarebbe stato grandioso. Bonham era troppo povero per avere il telefono, così Page mandò 8 telegrammi al pub del cugino di Bonham (Bill) e dove il giovane John era solito stare : Three Men in A bot di Walsall. A questi telegrammi si aggiunsero altri 40 telegrammi spediti da parte di Peter Grant (manager del futuro gruppo). Insomma la pressione sul giovane batterista era tanta, ma lui non cedeva. I concerti con Tim Rose andavano alla grande e ben presto Bonham venne notato da un giovanissimo Joe Cocker che lo voleva a tutti i costi nella sua band. Tutti erano convinti che Joe Cocker sarebbe esploso visti i tanti contatti nell’ambiente che conta. Spiazzando tutti però, alla fine Bonham cedette alla grande corte fattagli da Page e soci ed alla fine mandò il telegramma di risposta a Page dove disse che sarebbe stato parte del nuovo gruppo.
Settembre 1968
I Led Zeppelin
Il concerto si svolge in Danimarca presso il Gladsaxe Teen Club di Gladsaxe. La tracklist dei pezzi eseguiti erano un unione tra i classici del vecchio gruppo di Page e di alcune composizioni che troveranno spazio nel primo album del nuovo gruppo. A seguire del tour in scandinavia, il gruppo di John Bonham si esibirà in un tour di 15 date dove finalmente esibiranno il loro nuovo nome : Led Zeppelin. Il nome fù suggerito da Keith Moon, il primo batterista che Page pensò per il gruppo. Una caratteristica che diverrà marchio di fabbrica del gruppo fu il momento in cui Bonham faceva il solo durante la canzone Pat’s Delight (omaggio alla moglie del batterista). Più avanti venne cambiato il riff iniziale del pezzo e la canzone apparve sul secondo album del gruppo con il nome di Moby Dick. Questo pezzo nacque da una jam che avvenne tra Jimmy Page e John Bonham, i quali si erano ispirati a TOAD dei Cream. Alla fine di questo tour fu registrato il loro primo album dal nome omonimo a quello della band. La band impiegò solo 36 ore (meno di 2 settimane) per registrare e mixare l’intero album. A questo album seguirono altri 8 album che in maniera sempre più crescente determinarono come sia esistito un modo d’intendere, registrare, suonare la batteria rock prima, e come tutto quanto sia cambiato dall’avvento di Bonham in poi.
25 settembre 1980: la morte
I batteristi preferiti di John Bonham
Oltre a loro, altri grandi batteristi che ammirava sempre nel campo jazz furono Max Roach e Joe Morello. Man mano che iniziava a crescere come batterista i batteristi che particolarmente apprezzava erano i musicisti soul come Bernard Purdie e Alphonse Mouzon , mentre sul versante rock grande influenza su Bonham ebbero gli ascolti di Ginger Baker (Cream), Carmine Appice (Vanilla Fudge) e Keith Moon. Una nota a parte la merita la propria ammirazione verso Barriemore Barlow, batterista dei Jethro Tull. A suo riguardo, John Bonham dichiarò : Berriemore Barlow è il più grande batterista rock che l’Inghilterra abbia mai tirato fuori
Tutti i drumkit di John Bonham
Purtroppo ci sono diversi racconti discordanti su questo primissimo set usato da Bonham. Unica cosa certa è che fosse un set particolarmente rovinato e che fosse stato comprato al negozio Drumland di Birmingham. In molti suppongono si trattasse di una Premier, mentre altre fonti citano una Trixon rossa. Sfortunatamente non esistono alcune foto o documentazioni certe in tal senso. Quando il giovane Bonham a 15 anni si stancò del suo primo kit, lo rimpiazzò con la sua prima Ludwig. L’acquistò in quello che divenne il suo negozio di fiducia per tutti gli anni a venire : Yardley’s Music Shop a Birmingham. Questa batteria modello Superclassic era una green sparkle ed aveva dimensioni 22″x14″, 13″x9″, 16″x16″ e rullante in alluminio L400 14″x5″. Come piatti spesso utilizzava piatti Zildjian per imitare i suoi idoli Buddy Rich e Gene Krupa, ma ben presto iniziò a mettere nel suo set anche qualche Paiste. Purtroppo non esistono foto che testimonino questo kit, ma tutte le fonti sono concordi nello svolgersi dei fatti. Questa batteria accompagnò Bonham per tutto il periodo di formazione fino all’ingresso nei Led Zeppelin. Successivamente la batteria fu venduta al suo caro amico Frank Hall. Così ricorda Era un kit Ludwig green sparkle. Quando la vidi, gli dissi “Vorrei averne una così”. Subito dopo mi ricordo che stavamo guidando fino alla fattoria di Bonham in una Range Rover con quella batteria stipata dietro Frank la usò per soli 5 anni ed in seguito la vendette per 40 pound al batterista dei West Cumbrian, Robin Melville. A sua volta questa batteria fu venduta in un negozio di Manchester. Contrariamente a quello che si pensa, la prima batteria usata con i Led Zeppelin fu una Slingerland. Difatti in tutte le foto dei loro primi concerti è presente questo kit Slingerland con le medesime misure e colore del set Ludwig che aveva in precedenza. La storia legata a questo kit è piuttosto nebulosa e frutto di molti dibattiti. Non si sa con certezza se fosse un kit affittato per il primo tour o se fosse con certezza di proprietà di Bonham. Altre fonti dicono che con questo kit sia stato registrato il primo album del gruppo, ma purtroppo non esiste alcune fonte certa che possa testimoniare tutto ciò. Durante il primo tour negli States, John Bonham ebbe maniera di sperimentare il primo kit con la cassa maggiorata. Si trattava di una Ludwig dalla finitura Black Diamond e composta da 24″x14″, 13″x9″, 16″x16″, 18″x16″ e rullante 14″x5″. Proprio durante il tour negli States, John ebbe maniera di conoscere uno dei suoi idoli : Carmine Appice. Difatti i Led Zeppelin condividevano le loro serate insieme ai Vanilla Fudge e tra uno spettacolo e l’altro i due batteristi avevano maniera di parlare lungamente dei propri strumenti. Questo era un kit personalizzato fatto su ordinazione da Ludwig con fusti a 3 strati (acero-pioppo-acero) con l’aggiunta di cerchi di rinforzo, senza la vernice bianca resacote all’interno. La finitura esterna non era un ricoperta ma piuttosto laccata. Il set montato con la doppia cassa non fu ben visto dagli altri del gruppo. Ben presto fu chiesto a John di suonare con una sola grancassa. Particolarità di questo kit customizzato stanno nel fatto che il tom holder Roger Swiv-o-matic, mentre le sordine interne sono presenti solamente nel tom da 13″x9″ e nel timpano 16″x16″, mentre invece nel tom 14″x12″ e nel timpano 18″x16″ non sono presenti. Il kit fu usato per tutto il 1969, fino alla metà del 1970 (con questo kit venne registrato Led Zeppelin II) quando il set fu venduto al ragazzo della sorella di John per appena 5 pounds. In seguito il kit fu acquistato da Paul Thompson (batterista dei Roxy Music) che fece una piccola modifica al tom da 14″, accorciandolo la profondità a 10″ grazie all’aiuto del Roy Webster’s Drum Shop & Percussion Services. A partire dalla primavera del 1970, Bonham tornò ad utilizzare un kit color Green Sparkle. La Ludwig realizzò tre kit identici. Bonham ha usato questo drum kit dal 1970 fino alla fine del tour europeo del 1973. Si diceva che questo fosse il suo kit preferito da utilizzare in studio e che veniva utilizzato anche per la registrazione dei Led Zeppelin III, Led Zeppelin IV, House of the holy, Physical Graffiti, Presence e In Through The Out Door. Le misure che adoperò furono 26″x14″, 14″x10″, 16″x16″ e 18″x16″. Il kit Ludwig Green Sparkle ha fatto il suo debutto sul palco per il concerto del 22 giugno 1970 a Reykjavik in Islanda. Sotto questa batteria, Bonham aveva anche una piattaforma in legno. Consisteva in fogli di compensato uniti insieme con delle cerniere in modo che potesse essere piegato. Mick Hinton (drumtech che fece il suo primo concerto con Bonham a Belfast, in Irlanda, il 5 marzo 1971) raccontò in un’intervista: “Il mio compito era quello di avere il kit esattamente nella stessa posizione ogni sera. Avevo segnato tutto con diversi nastri colorati, e usavamo delle memorie per avere ogni cosa alla stessa altezza ogni notte. Avevamo dei fori per segnare tutte le gambe del tom, puntali della cassa e hi-hat: i buchi erano profondi circa mezzo pollice, quindi tutto si infilava dentro e avevo messo una striscia di nastro in gaffa su ogni gamba per fissarla al pavimento. Misi anche un bullone per ancorare la grancassa, se non lo avessi fatto, sarebbe volata al primo colpo”. Dopo la morte di John Bonham, uno dei drum kit è stato consegnato al batterista e storico drumtech Jeff Ocheltree, un altro fu venduto ad un collezionista mentre un altro è stato tenuto da Pat Bonham (la vedova di John) che ad un certo punto lo diede in prestito al Rock And Roll Hall Of Fame di Cleveland, e ora risiede nella casa della famiglia Bonham, la Old Hyde Farm nel Wolcestershire, in Inghilterra, con sopra l’immagine di John. Questo kit è immortalato per sempre nel film dei Led Zeppelin, “The Song Remains The Same”, pubblicato nel 1976. Stesse misure rispetto al Green Sparkle kit. Il kit è stato utilizzato per la prima volta sul palco del concerto il 4 maggio 1973 ad Atlanta, in Georgia. Ci sono alcune fonti che sostengono che oltre ai 16 “x16” e 16 “x18” forniti con il kit, siano stati forniti anche dei timpani più grandi da 16 “x20” e uno da 16 “x22”, alternandoli con quelli più piccoli in diversi momenti durante il tour, ma purtroppo tale teoria non trova alcun riscontro. Nel 1975 John Bonham ricevette 18 tamburi Black & White Spiral Ludwig Vistalite direttamente da Ludwig. Questi tamburi non sono mai stati utilizzati nè dal vivo, né in studio e sono stati tenuti solo a casa di John Bonham, la Old Hyde Farm nel Worcestershire, in Inghilterra. Bonham ha dato alcuni tamburi al giornalista rock Chris Welch, il quale ha poi utilizzato per qualche anno il drum-kit in gruppi jazz. Alla fine, nel 1998 vendette a Phil Harris di Harris Hire Vintage Musical Instruments per £ 950. Nel corso degli anni, il drum kit è stato utilizzato da alcuni musicisti di rilievo, tra cui Robbie Williams, Shawn Drover di Megadeth e Manic Street Preachers. Il 4 settembre 2008, il kit di batteria Black & White Spiral Ludwig Vistalite è stato venduto alla casa d’aste The Fame Bureau per $ 41.000 a un compratore sconosciuto. I pezzi rimanenti sono ora in possesso della figlia di John Bonham, Zoe. Il suo quarto e ultimo kit di batteria prodotto da Ludwig nell’aprile del 1977 è quello noto come il Kit in acciaio inossidabile (stainless steel). Bonham ha utilizzato questo kit di batteria Ludwig Stainless Steel dall’inizio del Tour degli Stati Uniti del 1977 fino all’ultima sfilata dei Led Zeppelin il 7 luglio 1980. Voci discordanti ne riportano l’utilizzo anche per registrare alcune tracce dell’ultimo album in studio dei Led Zeppelin “In Through The Out Door“, anche se è stato anche detto che in studio sia stata utilizzata il kit Ludwig Green Sparkle. Esiste tuttavia una foto che mostra sia i kit di batteria in acciaio inossidabile sia quelli in Green Sparkle nel libretto di accompagnamento incluso nell’edizione deluxe di “In Through The Out Door”. Questo kit in acciaio inossidabile è ora in possesso di un collezionista canadese sconosciuto. Le misure che Bonham utilizzò nel corso del tour furono 26″x14″, 16″x16″ e 18″x16″. Nel corso del tour alternò spesso la dimensione del tom, utilizzando talvolta un 14″x10″ e talvolta un 15″x12″ (riconoscibile perchè aveva i blocchetti stile “marching band”). John Bonham è stato invitato a partecipare alla registrazione di due brani, “So Glad To See You Here” e “Rockestra Theme” con Paul McCartney e la Rockestra Orchestra il 3 ottobre 1978 presso Abbey Road Studios, City of Westminster, Londra, Inghilterra. Per questa sessione, Bonham ha utilizzato un Drum-kit Staccato Voyager 6. Le due tracce si trovano nell’album del 1979 di The Wings ‘Return to the Egg’. Il tema Rockestra è stato eseguito dal vivo al Concerto per il Popolo della Kampuchea all’Hammersmith Odeon, Londra, Inghilterra, il 29 dicembre 1979, tuttavia Bonham ha utilizzato il kit di batteria Ludwig Stainless Steeel per questo spettacolo. Il kit Staccato Voyager 6 con rivestimento in fibra di vetro era composto di Rack Tom da 6 “, 8”, 10 “e 12”, un floor tom da 18 “e una cassa da 22”. Prima di utilizzare i piatti elvetici, Bonham era solito usare anche piatti di altre marche (non viene mai detto ufficialmente i marchi che usasse, ma si desume aver avuto diversi Zildjian), tuttavia come raccontò lo stesso Bonham era rimasto insoddisfatto del suono troppo scuro e dalla facilità con cui questi piatti si rompevano. Decise di provare i nuovi piatti della Paiste : Giant Beat. Con questi piatti sembrò aver trovato la quadra sia dal punto di vista sonoro, sia dal punto di vista delle rotture. Tuttavia quando Bonham divenne endorser Ludwig, allora il marchio americano aveva fortissimi legami con la Paiste. Difatti la Ludwig era distributore unico per la Paiste negli Stati Uniti, Messico e Canada. Non è difficile ipotizzare che l’accordo di sponsor per i piatti sia avvenuto di conseguenza. Qua sotto potete trovare tutti i piatti usati da John Bonham nel corso della carriera Le bacchette che usava John Bonham erano molto spesse. Ne usò diverse tipologie marche, tra di esse Jeff Ocheltree menzionò delle Ludwig 2A, mentre altri parlarono di 2B e 5B. Altre bacchette che usava Bonham erano delle bacchette realizzate da Eddie Ryan e dall’azienda Promuco. I drumtech dicevano che durante un concerto Bonham rompeva 2 o 3 paia a serata.Primo set
Prima Ludwig Green Sparkle
La prima batteria usata con i Led Zeppelin era una Slingerland
La prima cassa “grande”
Arriva l’endorsement con Ludwig
Carmine Appice rimane particolarmente impressionato dal giovane Bonham e non perdendo tempo, telefona alla Ludwig e chiede di mettere sotto contratto il batterista inglese e realizzargli un set del tutto identico al suo : 2 grancasse 26″x15″(misura custom), un tom da 15″x12″,e due timpani 16″x16″ e 18″x16″. Il rullante il classico 14″x6,5″ in alluminio. A questi tamburi, Bonham chiese anche un tom 14″x10″ (misura custom e che diventò il tom che usò maggiormente) ed un tom 13″x9″ (rimastro inutilizzato).
Il secondo set Ludwig Green Sparkle
La Vistalite
Black & White Spiral
Stainless Steel
Altri drum kit usati
Paiste : i piatti scelti da Bonham
Ufficialmente John Bonham divenne endorser Paiste a partire dal 1971, ma già a partire dal 1970 aveva iniziato a collaborare con il marchio, usando perlopiù la serie Giant Beat. In seguito, il suo nome sarebbe stato legato in maniera indissolubile alla serie 2002.Le bacchette che usava John Bonham
L’eredità di John Bonham
In tantissimi a seguire hanno menzionato il batterista inglese come una delle loro maggiori influenze. Dave Grohl (batterista dei Nirvana e Foo Fighter) lo menziona come la sua principale influenza e porta un tatuaggio ad omaggiare Bonham. E a Dave Grohl ad esternare la propria ammirazione verso Bonham si sono aggiunti anche Jeff Porcaro, Phil Collins, Steve Smith, Dave Lombardo, Mike Portnoy, Chad Smith, Kenny Aronoff, Joey Kramer e moltissimi altri. Roger Taylor dei Queen ricorda Avevamo ottenuto un backstage pass per le due serate del festival di Knebworth [1979]. Bonham arrivò insieme a suo figlio, e si sedette alla batteria per controllare l’accordatura. L’impianto di amplificazione non era ancora acceso, e lui fece qualche acciaccatura [rullante-tom-timpano-cassa]: il palco iniziò a tremare, io e John Deacon ci guardammo negli occhi, e ci abbracciammo Altro motivo di apprezzamento del drumming di Bonham, sta nel fatto che risulta essere uno dei batteristi più campionati di sempre. Difatti estratti del suo sound sono stati usati per realizzare la famosissima “Relax” dei Frankie Goes to Hollywood, ma anche alcuni brani dei Beastie Boys.
Come andare alla tomba di John Bonham
Una volta che sei alla fermata dell’autobus, attraversa la strada ed arriva allo stand che dice Bus # 133. L’autobus # 133 per Rushock parte solo il lunedì, il mercoledì e il venerdì. Inoltre non funziona nei giorni festivi! Devi scendere alla Rushock Post Box e andare a piedi verso la chiesa. La tomba di John Bonham si trova all’interno del cimitero della chiesa ed è una normale lapide che si distingue dalle altre unicamente per la presenza dei tanti ricordi lasciati dai visitatori. Se gli autobus non sono operativi, aspetta fuori dalla stazione di Kidderminster un taxi. Salito sul taxi, chiedi all’autista di portarti a St. Michaels Church Rushock. Se hai bisogno, puoi dire semplicemente dove è sepolto John Bonham.
Per andare a vedere la sua tomba, bisogna arrivare a Birmingham e dirigersi verso la stazione di Kidderminster. A quel punto bisogna salire su per la collina fino alla fermata dell’autobus.
Galleria foto
Galleria video
Discografia
Album in studio
The Family Dogg
1969 – A way of life
Led Zeppelin
1969 – Led Zeppelin
1969 – Led Zeppelin II
1970 – Led Zeppelin III
1971 – Led Zeppelin IV
1973 – Houses of the Holy
1975 – Physical Graffiti
1976 – Presence
1979 – In Through the Out Door
1982 – Coda
Screaming Lord Sutch
1970 – Lord Sutch and Heavy Friends (compare nelle canzoni 1–3, 7, 8, 11, 12)
Maurice Gibb
1973 – Don’t Freak Me Out (compare nelle canzoni “Don’t Freak Me Out” e “Is It Me Babe”)
Wings
1979 – Back to the egg (compare nelle canzoni “Rockestra Theme” e “So Glad to See You Here”)