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Emiliano Cantiano, un cuore di metallo

emiliano cantiano metal
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Emiliano Cantiano (Roma 7 dicembre 1981) è senza dubbio alcuno una delle persone più entusiaste del mondo della batteria in Italia. Batterista metal a servizio di numerose band, divide il proprio impegno sia dietro ai tamburi, sia nel tramandare la propria passione verso gli altri. Autentico nerd del genere si è cimentato nelle varie correnti musicali, portando diversi suoi progetti ad essere apprezzati anche all’estero.

Al termine di un’estate quantomai frenetica per gli impegni con i suoi diversi gruppi, ho approfittato per capirne ancora di più qualcosa sulla sua carriera, progetti futuri e la sua passione verso lo strumento e l’aggregazione che dovrebbe essere alla base di un qualsiasi movimento culturale

Ciao Emiliano, hai passato un’estate impegnato a portare in giro i tuoi vari progetti, oltre alla registrazione dell’ultimo album degli Embrace of Disarmony. Qual’è la risposta che stai avendo dal pubblico in relazione ai vari progetti ?

Il disco degli Embrace sta trovando grande consenso da parte della critica specializzata. Che novità ci porta il nuovo album degli Embrace ? Come ti approcci a scrivere le tue parti di batteria per un disco ?

Altro progetto che ti prende molto è quello con i Noumeno, esperienza che porti avanti da più di 10 anni. Com’è cambiato il tuo approccio allo strumento nel corso di questo tempo ?

A differenza di quanto quanto si è soliti ascoltare con i Noumeno e Embrace dove invece il tuo drumming risulta molto articolato, con gli Shores of Null hai un modo di suonare più lineare e solido. In quale modo di suonare ti ritrovi maggiormente ?

Con gli Shores avete firmato per la Candelight records, casa discografica che ha sotto contratto anche artisti del calibro di Opeth, Emperor e tanti altri grandi nomi del metal. Com’è cambiata la vostra scrittura con l’ingresso di un’etichetta così altisonante e cosa ha rappresentato il passaggio ad un’etichetta ? Quale pensi che sia la maggior differenza tra l’autoproduzione ed avere l’appoggio di un’etichetta ?

Essere un metallaro oggi

Che fotografia ci regali dello stato di salute del metal ? Suonando molto spesso all’estero, quali differenze noti tra il metal nostrano e quello estero ?

Molti batteristi metal hanno un gran numero di band e spesso l’estate si va incontro a calendari molto fitti che spesso vanno quasi a sovrapporsi. Tu come cerchi di organizzarti per riuscire a rispondere al numero maggiore di date ?

Quando vai a suonare fuori come ti organizzi ? Quali sono le cose che porti sempre con te ?

Una particolare menzione che ti contraddistingue è il tuo costante impegno a favore dello spirito di comunità all’interno dei batteristi. Puoi parlarcene ?

Essendo il metal il tuo campo prediletto, impossibile non farti qualche domanda riguardante la tecnica con i pedali. Come hai sviluppato la tua tecnica e che esercizi consigli ?

Che pedali usi e come li setti ?

Domanda di rito per chi suona metal. A favore del trigger o contrario ?

Guardandoti dal vivo un piccolo dettaglio che mi ha sempre fatto strano è il fatto che preferisci le cuffie piuttosto che gli in-ear monitor. Come mai questa scelta ?

Un’altra cosa che balza all’orecchio a tutti è la tua grande dinamicità e potenza che mantieni a tutte le velocità d’esecuzione. E’ un qualcosa sulla quale ti sei soffermato particolarmente nello studio oppure una dote innata ?

Fai parte della scena metal romana dagli anni ’90. Come si è evoluta questa scena e com’è cambiato il pubblico ?

Leggi anche l’intervista a David Folchitto

Impegno a favore della comunità batteristica

Insieme a David Folchitto, uno dei più grandi meriti che tutti vi riconoscono è la vostra grande dedizione a favore dei nuovi talenti e batteristi emergenti. Dovrebbe essere una cosa naturale, eppure ai giorni odierni sembra un fatto incredibile. Secondo te ai giorni d’oggi, come mai c’è tutto questo scollamento tra i professionisti più affermati ed i nuovi talenti ?

Da più di un anno porti avanti la pagina Facebook Drum World, dove proponi interviste molto pungenti a grandi professionisti del settore, oltre a pubblicizzare i vari eventi sparsi per l’Italia. Apprezzo tantissimo questa pagina e confesso apertamente di essermi ispirato ad essa per alcune idee. Come è nata questa idea ? In precedenza avevi fatto interviste anche in altre piattaforme on-line, quali pensi che siano state le principali differenze tra l’uso di Internet ora e di qualche anno fa ?

Ammetto che leggo tutte le tue interviste ed in particolare l’intervista con Danilo Menna mi fece profondamente riflettere. Hai intervistato tanti musicisti, c’è qualche intervista alla quale sei particolarmente legato o che ti ha colpito o lasciato riflettere ?

Il rapporto con la batteria

Cosa rappresenta per te la batteria ?

Come hai iniziato a suonare ? Qual’è stato il tuo percorso didattico ?

Vieni da Roma. La tua città cosa rappresenta per te ? Hai trovato un terreno fertile per esprimerti e crescere artisticamente oppure ha rappresentato uno scoglio ?

Frank Zappa diceva che “senza deviazioni dalla norma non c’è progresso”. Batteristicamente e nella vita quotidiana quali scelte hai fatto per deviare dalla norma ? Quanto conta per te progredire ?

Vivere di musica al giorno d’oggi

Se prima le collaborazioni avvenivano solo a livello locale, ora si ha la possibilità di registrare e collaborare anche a distanza. A te è mai capitato ? Allargandosi le possibilità, si allarga anche la concorrenza. Perché qualcuno dovrebbe scegliere te come batterista di un progetto ? Cosa pensi che ti possa rendere unico ?

Che importanza deve rivestire la cultura nella tua musica ? Oltre alla musica, come alleni il tuo cervello all’arte ?

Ci sono mai stati momenti in cui volevi lasciar perdere ?

Lavori molto da tantissimo tempo. Ti vorrei chiedere qualcosa riguardante la parte più lavorativa di questo lavoro. Come elabori il tuo cachet rispetto al lavoro proposto ? C’è sempre trasparenza in questo mondo oppure talvolta ti sei sentito sfruttato ?

Sei te in prima persona che ricerchi nuove collaborazioni oppure aspetti che le occasioni si presentino da sole ?

Non sono amante delle cover band, ma al giorno d’oggi questo “format” sembra essere un espediente molto divertente e sicuro per poter lavorare. Nel tuo modo di lavorare nelle cover band c’è un’esigenza artistica, la voglia di proporsi o semplice divertimento ? Come ti approcci a “coverizzare” un determinato batterista nel reinterpretarne lo stile ?

Hai qualcosa che ritieni essere la tua firma sonora per cui qualcuno ti può facilmente riconoscere ? Cosa rappresenta per te il suono ?

Quali sono le caratteristiche principali che deve avere un ragazzo adesso per lavorare ? Come pensi si evolverà questo lavoro ?

Quali sono i batteristi che maggiormente segui e quali pensi che siano i migliori prospetti nel panorama italiano ?

Leggi anche la sua opinione a proposito del fenomeno del Pay to Play

Le domande di Drum World

Ti lascio con le due domande con cui di solito chiudi le tue interviste su Drum World.

Premetto che la prossima domanda, non vuole essere polemica, ma ha anzi lo scopo di fare luce su un problema attuale che sta colpendo la scena batteristica italiana. Secondo te, dato l’attuale “disinteresse” verso eventi come drum clinic, o altre manifestazioni musicali da cosa è dovuto? Motivi economici? Di Tempo? O forse l’eccessiva quantità di informazioni su internet ha abbassato il livello di curiosità della gente?

5 album nostrani e 5 internazionali che ritieni fondamentali per la crescita musicale di un batterista.

Galleria video

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